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30 Maggio 2023 - 08:39
NAPOLI. Un superclan a tre teste, frutto di un accordo tra altrettanti ras dei Quartieri Spagnoli: Antonio Esposito “’o pallino”, Vincenzo Masiello “’o cucù” ed Eduardo Saltalamacchia. Il patto è datato dicembre 2019, poco dopo la scarcerazione di quest’ultimo e la ripresa del controlla sulla zona della Pignasecca. Da quel momento sono partite le indagini culminate all’alba di ieri nell’esecuzione di una maxi ordinanza di custodia con 53 persone finite in manette su 58 complessivamente indagate. Tra loro c’erano personaggi di spicco della malavita dl centro storico in rapporti, a seconda dei casi, con i Mazzarella e i Contini. Inquirenti e investigatori hanno costruito il quadro accusatoria grazie a investigazioni tecniche che hanno permesso anche di risalire agli autori del duplice tentato omicidio di Domenico Masi e Paolo Pesce. Ma la maggior parte dei destinatari del provvedimento restrittivo dovranno rispondere, a seconda delle varie posizioni, di associazione di tipo mafioso, associazione finalizzata allo spaccio e al traffico di sostanze stupefacenti, estorsione, ricettazione e detenzione e porto abusivo di armi da fuoco. Tutti gli indagati comunque sono da considerare innocenti fino all’eventuale condanna definitiva. A raccogliere gli indizi, coordinati dalla procura antimafia, sono stati i poliziotti della squadra mobile della questura (dirigente Alfredo Fabbrocini, vice questore Andrea Olivadese, vice questore Giuseppe Sasso) con i carabinieri del comando provinciale e della compagnia Napoli Centro. Questi ultimi, in particolare hanno chiarito quanto avvenne nella notte di piombo del 18 maggio 2020 nei vicoli dei Quartieri tra sparatorie, ferimenti e incendi (come spieghiamo meglio a parte). Il sodalizio colpito dall’inchiesta è capeggiato da Eduardo Saltalamacchia, Vincenzo Masiello e Antonio Esposito, dedito ad attività estorsive, soprattutto ai danni di commercianti e gestori di piazze di spaccio, al controllo e alla gestione della vendita al dettaglio dello stupefacente e ad ogni atra attività finalizzata al controllo del territorio. In particolare Saltalamacchia ha ripreso il controllo della zona della Pignasecca, unitamente a Esposito e Masiello, operativi nelle zone della Speranzella e di Largo Baracche, dopo la sua scarcerazione avvenuta nel dicembre 2019. L’indagine ha documentato pure l’esistenza di un gruppo con a capo Carmine Furgiero alias “’o pop”, e il figlio Luigi (sposato con Tonia Morrone, figlio del defunto Antonio detto “Spalluzzella”), dedito ad un fiorente traffico di stupefacenti nella zona di vico Canale a Taverna Penta, che da anni sovvenziona i clan dei Quartieri, ricevendo all’occorrenza da questi ultimi sostegno e ausilio. All’inchiesta hanno contribuito i pentiti Carmine Martusciello; Giovanni Della Corte; Marco Mariano; Maurizio Overa; Salvatore Romano (“Muoll muoll” di Pianura); Daniele Pandolfi; Vincenzo Iuorio; Antonio Rivieccio e Salvatore Giuliano. Attraverso le dichiarazioni e le intercettazioni gli inquirenti hanno capito che Antonio Esposito sarebbe ancora nel mirino del clan Licciardi per l’omicidio di Ciro Esposito figlio di Renato (omonimi) pur essendo stato assolto e che Ciro Caiafa fu ammazzato perché avrebbe venduto droga ai Quartieri senza il permesso dei clan.
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