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31 Maggio 2023 - 09:24
Terza faida di Scampia, l’ex capo della Vanella Grassi, Rosario Guarino, non convince: condannato a 18 anni. Delitto Parisi-Ferrara, respinto l’appello del pm: assoluzione-bis per Arcangelo Abete
NAPOLI. Ben due processi non sono bastati a dimostrare il suo coinvolgimento nel duplice omicidio che diede il via alla terza, sanguinosa faida di Scampia, determinando l’ascesa del clan della Vanella Grassi. Arcangelo Abete, 53enne boss dell’omonimo gruppo degli Scissionisti, dopo l’assoluzione ottenuta nel processo di primo grado, ieri mattina è stato scagionato anche dalla Corte d’assise d’appello di Napoli. I giudici della Quarta sezione, dando pieno accoglimento alle argomentazioni del difensore di Abete, l’avvocato Luigi Ferro, hanno respinto l’appello della Procura, che per il ras di Scampia aveva invece invocato la pena dell’ergastolo.
Verdetto sfavorevole invece per Rosario Guarino, ex capo del gruppo dei “Girati”, che nonostante il suo status di collaboratore di giustizia ha rimediato 18 anni di carcere. Arcangelo Abete, comunque già condannato in via definitiva per altri gravissimi fatti di sangue, era stato tirato in ballo proprio da Guarino, in quale lo ha indicato come uno dei mandanti dell’agguato costato la vita, il 27 aprile 2011, a Giuseppe Parisi e Giuseppe Ferraro, referenti del clan Amato-Pagano con cui la Vanella aveva deciso di interrompere i rapporti, scatenando la terza faida di Scampia. Secondo “Joe Banana”, Abete nel corso di un incontro tenutosi a Milano, dove si trovava in quel periodo agli arresti domiciliari, avrebbe dato l’autorizzazione a commettere il duplice omicidio. Il difensore Ferro ha però sostenuto, già in primo grado, che in realtà l’agguato era stato già pianificato fin nei minimi dettagli ben prima del faccia a faccia tra Guarino e Abete e che quest’ultimo sarebbe stato semplicemente informato del piano, senza dunque avere alcun potere decisionale.
Dalle indagini è infatti emerso che il giorno dell’incontro le pistole e le auto da impiegare per il raid erano state già preparate dalla Vanella. Per il duplice delitto sono già stati condannati all’ergastolo Antonio Mennetta e Fabio Magnetti, inquadrati come i mandanti, organizzatori ed esecutori materiali della mattanza. Il ricordo di quel raid è ancora oggi vivido. I killer fecero irruzione nel negozio del barbiere e cominciarono a sparare. Il primo a cadere fu Giuseppe Ferraro, colpito alla testa.
Subito dopo fu il turno di Giuseppe Parisi, crivellato di proiettili mentre cercava di scappare. Era il 27 aprile 2011 e quel duplice omicidio, nella barberia “Vincent” del rione Berlingieri, a Secondigliano, rappresentò un terremoto negli equilibri camorristici della zona. Era nato il clan della Vanella Grassi: una scissione a colpi di piombo dal potente clan Amato-Pagano. Le indagini dei carabinieri sono arrivate a una svolta nel 2019, quando Fabio Magnetti e Antonio Mennetta sono finiti nuovamente in manette. Il duplice omicidio, ritengono i pm, creò i presupposti per la terza faida di Scampia. Parisi e Ferraro erano infatti referenti degli Amato-Pagano al Perrone e al Berlingieri, e per questo motivo il clan della Vanella Grassi, che aveva cominciato a espandersi decise di eliminarli da ogni giro.
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