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03 Giugno 2023 - 09:37
. Ha ammazzato Giulia Tramontano «senza un reale motivo, perché stressato dalla situazione che si era venuta a creare, menzionando tra l’altro, quale fonte di stress, non solo la gestione delle due ragazze ma anche il fatto che altri ne fossero venuti a conoscenza, per esempio sul luogo di lavoro». Alessandro Impagnatiello ha spiegato così al gip di Milano Laura Angela Minerva la decisione di uccidere la compagna lo scorso sabato sera a Senago, nel Milanese. Il 30enne resta in carcere per decisione del magistrato che convalida il fermo escludendo, però, l’aggravante della premeditazione del delitto, contestata dalla Procura, perché, sottolinea il gip nel provvedimento, «le modalità di tempo e luogo dell’omicidio di Giulia Tramontano non risultano essere state frutto di scrupolosa predisposizione così come l’arma utilizzata è stata scelta non a seguito di un’accurata selezione ma rinvenuta sul posto». Esclusa anche l’aggravante della crudeltà perché «l’azione omicidiaria non risulta caratterizzata da particolare pervicacia tenuto conto del tipo di arma e del numero di colpi inferti». Ma Impagnatiello deve restare recluso perché esiste, per il giudice, «qualificato pericolo di reiterazione nei confronti» della ragazza italo-inglese con cui aveva intrattenuto una relazione e con la quale l’indagato sperava, avendo “eliminato” il pericolo costituito da Giulia Tramontano, di proseguire».Al suo legale Sebastiano Sartori, Impagnatiello avrebbe ribadito che «togliersi eventualmente la vita è l’unica forma di pentimento che lui ritiene corretta in questo momento, l’unica che abbia un senso. L’ha ripetuto l’altra notte più volte e durante l'interrogatorio di convalida del fermo nel carcere di San Vittore». Davanti al gip, inoltre, Impagnatiello avrebbe detto che Giulia non ha cercato di farsi male con un coltello da cucina, poco prima che il compagno prendesse l’arma e la usasse per ucciderla, ma si è ferita «inavvertitamente» mentre stava cucinando. Ai pm, invece, mentre confessava l’omicidio, aveva raccontato che la 29enne incinta si sarebbe procurata dei tagli sulle braccia da sola, e poi si sarebbe inferta anche «qualche colpo all’altezza del collo». A quel punto lui «per non farla soffrire» le avrebbe a sua volta «inferto tre o quattro colpi all’altezza del collo». Una versione che non convinceva gli inquirenti, ora smentita dallo stesso Impagnatiello. Intanto, in un verbale depositato agli atti dell’indagine, emerge che Giulia aveva confidato a un’amica come il barman le avesse «rovinato la vita e adesso dopo la scoperta del tradimento sarebbe stata costretta a tornare in Meridione dopo tutti i sacrifici fatti per lasciarlo». La stessa testimone avrebbe anche raccontato di una telefonata di sabato pomeriggio in cui Giulia, che sarebbe stata «scioccata», le aveva rivelato dell’incontro con la donna con la quale Impagnatiello, che era «visto male sul lavoro e soprannominato lurido e in passato è stato anche sospeso per aver sottratto soldi sul luogo di lavoro», aveva messo in piedi da tempo una relazione parallela. Intanto, i carabinieri hanno raccolto le immagini delle telecamere di videosorveglianza di Senago per verificare che il barman 30enne non abbia avuto complici e ricostruirne gli spostamenti».
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