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Area Nord di Napoli, un’autentica savana

Area Nord di Napoli, un’autentica savana

Marciapiedi invasi dalle erbacce a Scampia, al rione Monterosa gli alberi quasi invadono le case. Nella zona è concentrata la metà del verde pubblico di Napoli: ma manca la manutenzione

NAPOLI. Nel bel mezzo delle larghe vie di Scampia, Chiaiano, Piscinola ai lati delle strade è possibile scorgere selve giganti che coprono la visuale degli enormi agglomerati urbani e divenendo al contempo terreno fertile per insetti e altri animali. I quartieri citati sono tutti dell’ottava Municipalità, l’area nord che ha il privilegio di contare sulla metà dell’intero verde pubblico, contando che una frazione dei Camaldoli rientra sotto la competenza dello stesso municipio, ma che resta perlopiù abbandonato.

Ma la mancata manutenzione diviene maggiormente pericolosa d’estate, quando zanzare, api, calabroni, topi rischiano più facilmente di avvicinarsi pericolosamente alle persone pungendo o mordendo. In via Antonio Labriola sorge il famoso Lotto M oggetto di un infinito processo di rigenerazione urbana. Parentesi: proprio nel pomeriggio del primo giugno, gli assessori all’Urbanistica, e vicesindaca, Laura Lieto, e al Patrimonio, Pierpaolo Baretta hanno annunciato la proposta al Consiglio di alcuni progetti di fattibilità tecnico economica di riqualificazione quali un ulteriore branca di Restart Scampia per un ecoquartiere grazie ai fondi del Pnrr e Pon Metro Plus 2021-2027. Lì nei pressi dei cantieri dove nel febbraio 2020 andò giù la prima Vela, quella verde, le erbacce superano il metro e i balconi ai piani più bassi delle altre tre Vele rimaste in piedi non si vedono neppure: sono nascosti dietro una boscaglia così fitta da sembrare quelle dei Paesi più esotici.

Al Lotto G, si alternano zolle di verde appena tagliate a marciapiedi invasi da erba alta, alberi non potati e papaveri. Una residente del rione che si trova a pochi passi dal Galileo Ferraris, esclama con una normalità che dovrebbe indignare: «Il verde quasi mai viene curato, siamo abbandonati da Dio e dagli uomini. Anzi, da Dio no; dalle istituzioni sì. La nostra voce di opposizione all’abbandono resta inascoltata». Poco più avanti, verso i giardini di Melissa di via Tancredi Galimberti a pochi metri dall’imbocco della Perimetrale recentemente riaperta dopo settimane di passione per gli automobilisti, un uomo passeggia sul marciapiede e in alcuni punti è costretto ad abbassare la testa per evitare che il ramo di un albero si ficchi in un occhio.

È la normalità, nell’anormalità. Proseguendo per via Nuova Dietro la Vigna a Piscinola, dove già l’abbandono dell’ex centro di produzione Rai 14 B grida ancora oggi vendetta, gli alberi quasi invadono la carreggiata e se nessuna auto si scontra con i fusti è perché la vastità delle strade viene ancora una volta in soccorso. Ma non è detto che vada sempre così. Che gli spazi verdi sull’ottava Municipalità siano emblema del degrado, lo dimostra la villetta di via Marco Rocco di Torrepadula a pochi passi dalla fermata del Frullone. Le giostrine restano lì forse più come speranza che un giorno, chissà quanto lontano, a Napoli i bambini avranno l’opportunità di godere dello svago di andare su un’altalena come un normale divertimento quotidiano e non come un miracolo piovuto dal cielo.

I residenti che affacciano sulla villetta, nemmeno protestano più e si abbandonano a un indignato silenzio. Tornando verso Scampia, le aiuole più curate sono quelle affidate ai privati sulle rotonde agli angoli delle strade. I commercianti cercano di sopperire alle mancanze dell’istituzione pubblica ma è solo un’inezia. La differenza su quelle non affidate è palese, basti circuire il Rione Monterosa dove gli alberi invadono quasi le case e i rami si trasformano in topaie per i ratti. Gli unici abitanti a non lamentarsi dell’abbandono in un territorio dove il verde dovrebbe essere il fiore all’occhiello.

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