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04 Giugno 2023 - 10:45
Un ordigno, minacce, intimidazioni e “stese” collegate all’inchiesta
NAPOLI. L’inchiesta della Dda che ha scompaginato il “sistema” dei Quartieri Spagnoli decapitando i vertici del tre clan egemoni, paradossalmente sta creando problemi nella zona alle forze dell’ordine. Il vuoto di potere, in attesa che torni l’equilibrio malavitoso ammesso che si riformerà allo stesso modo, ha provocato dal 29 maggio ad oggi diversi episodi criminali: l’esplosione di un ordigno nella zona della “piazza della sposa”, minacce, intimidazioni e “stese” con proiettili a salve. Inoltre c’è mancato poco che finisse male un’aggressione verbale compiuta alla Pignasecca da alcune donne legate ai Caiafa, non è chiaro se per parentela o amicizia con la famiglia, nei pressi di un’abitazione dei Saltalamacchia. L’arrivo dei carabinieri ha evitato che la situazione degenerasse. Ai Quartieri Spagnoli è andata a buon fine la più grande operazione antidroga della storia. Decine di episodi di spaccio e traffico sono stati ricostruiti dalle indagini della Squadra mobile della questura e dei carabinieri del Nucleo investigativo di Napoli, con la conseguenza che vertici, luogotenenti e gregari dei tre clan sono finiti in manette: gli Esposito di Antonio “’o pallino”, i Masiello retti da Vincenzo “Cucù” e i Saltalamacchia capeggiati dal ras Eduardo. Gli inquirenti della Dda hanno anche fatto luce sul duplice tentato omicidio di Paolo Pesce “’o Chipeppe” (poi morto per case naturale nel 2021) e Domenico Masi mentre nell’ordinanza si fa riferimento all’omicidio di Ciro Caiafa, senza però che a nessuno dei 53 arrestati sia contestato quel delitto (avvenuto il 31 dicembre 2020).
LE INTERCETTAZIONI SU CIRO CAIAFA. Si sono però diffuse le intercettazioni, risalenti al 30 marzo 2020, a casa di uno degli indagati. «Come dobbiamo fare con questo Ciro Caiafa che logicamente lo teniamo qua sopra?», diceva Saltalamacchia, che poi aggiungeva: «Facciamoci furbi un’altra volta come prima, diamogli il bacio, diamogli la mano ‘o frate... come si gira, boom... questo dobbiamo fare». Nella stessa conversazione, lo stesso Saltalamacchia diceva ancora: «Mò ‘sto Ciro Caiafa, per noi è un problema? Non gli diciamo niente, facciamolo salire come sta salendo... è un regalo di Natale... lo dobbiamo azzeccare? azzecchiamolo». Naturalmente le frasi, presenti anche altri ras del “sistema a tre teste” dei Quartieri Spagnoli, da sole non bastano per incriminare qualcuno dell’omicidio. Ma sono bastate ad alcune donne, non identificate in quanto scappate all’arrivo dei carabinieri, che alcune notti fa si sono radunate alla Pignasecca. Sono partite offese e minacce, a dimostrazione di un clima di nuovo in fibrillazione in zona. C’è anche un altro risvolto del blitz. Le indagini hanno accertato che i gestori delle piazze di spaccio, a cominciare da quella di Carmine Furgiero “’o pop” (detto anche lo “svacantatore” di piscine) pagano il “pizzo” alla triade di camorra. Ora presumibilmente i pagamenti si sono fermati e ciò potrebbe rappresentare un altro motivo di tensione.
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