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08 Giugno 2023 - 08:46
NAPOLI. Da un paio di anni tornato a piede libero dopo una lunghissima detenzione, si aggirava tra le strade del quartiere armato di pistola. Vincenzo Mele, alias “’o lattaro”, probabilmente non si sentiva al sicuro e ben consapevole del fatto che nel zona infuria da tempo la faida di camorra che vede contrapporsi i Carillo-Perfetto e i Calone-Esposito-Marsicano, aveva deciso di prendere le contromisure. Sul suo cammino ha però incontrato le forze dell’ordine e per lui sono così scattate le manette. La cattura di Mele è scattata martedì pomeriggio, quando gli agenti del commissariato Pianura, durante il servizio di controllo del territorio, nel transitare in via Giorgio de Grassi, hanno notato due persone confabulare tra loro; una di loro, alla vista degli operatori, ha tentato di allontanarsi ma è stata prontamente bloccata e trovata in possesso di una pistola Beretta modello 950 Short calibro 22, con matricola abrasa e munita di quattro cartucce di cui una camerata. Vincenzo Mele, 61enne con alle spalle una sfilza di precedenti di polizia, è stato quindi arrestato per detenzione abusiva di arma clandestina e relativo munizionamento. L’arma è stata invece inviata ai tecnici della Scientifica per verificarne l’eventuale, recente impiego in fatti di sangue o raid intimidatori. Quello di Vincenzo Mele “’o lattaro” è un volto ben noto agli investigatori antimafia. Già esponente di spicco del vecchio clan Lago, per il quale avrebbe fatto parte del gruppo di fuoco, Mele si è poi “affermato” come ras del gruppo criminale che porta il suo cognome e che in passato ha portato avanti una spietata guerra di camorra contro i rivali del cartello Pesce-Marfella. Proprio a quest’ultima cosca viene attribuita la responsabilità dell’omicidio - ancora oggi irrisolto - di Luigi Mele, figlio di Vincenzo “’o lattaro”. Luigi Mele fu ucciso in un agguato il 29 agosto del 2014, proprio in via Giorgio de Grassi: i killer, in due e con i volti travisati da caschi integrali, fecero irruzione in un panificio e per il rampollo non ci fu alcuna possibilità di scampi. Il 34enne riuscì a scappare, ma morì poco dopo all’ospedale San Paolo a causa delle gravissime ferite riportate. Tornando invece a Vincenzo Mele, il suo ritorno a piede libero risale al 2021, quando è stato scarcerato dopo vent’anni di detenzione. Ancora da chiarire il motivo per cui si aggirasse armato a due passi da casa. Di certo nel quartiere, nonostante i tanti arresti eseguiti negli ultimi mesi, la tensione resta ancora altissima. L’ultima stesa risale infatti appena all’inizio del mese scorso, quanto in piena notte, in via Evangelista Torricelli una lunga strada sotto l’influenza dei Carillo-Perfetto ma con la presenza di un avamposto dei CaloneEsposito Marsicano, si è tornato a sparare. Due malviventi su una motocicletta hanno rallentato all’altezza del civico 418, nella zona del “Grattacielo”, e contemporaneamente gli abitanti della zona hanno sentito il rumore di due spari: tanti quanti i bossoli calibro 7,65 trovati a terra dai poliziotti del commissariato di zona.
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