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Spiagge libere su prenotazione, è polemica

Spiagge libere su prenotazione, è polemica

NAPOLI. A Napoli il clima si fa bollente e non solo per l'estate in arrivo. Il sistema di prenotazioni che il Comune ha imbastito per le spiagge per contrastarne il sovraffollamento ha fatto infuriare comuni cittadini e i comitati in lotta per l'accessibilità alle battigie cittadine. Ieri, infatti, Palazzo San Giacomo ha reso noto di aver attivato il servizio di prentazione delle spiagge libere oline. Collegandosi al sito www.spiaggelibere.it si possono prenotare, per la giornata successiva, gli accessi alla spiaggia di Donn'Anna (25 accessi dal Bagno Elena e 25 dal Bagno Ideal) e delle Monache (450 accessi dal Bagno Sirene). Si possono usare i servizi dei Lidi di entrata. I numeri - spiegano dal Comune - rispettano i criteri di sicurezza e sono leggermente aumentati dopo l'esperienza della scorsa stagione balneare. Eppure il provveimento ha crato molti scontenti. Risale infatti al 2 giugno scorso l'ultima iniziativa del comitato “Mare libero e gratuito Napoli” alla spiaggia dei Bagni Elena: come è possibile leggere sui canali social del comitato a seguito di un blitz sul bagnasciuga gli attivisti hanno riempito ben cinque sacchi di rifiuti in un'operazione di pulizia, distribuendo volantini ed intervenendo al megafono. A questa iniziativa del tutto pacifica è seguita un'identificazione da parte delle forze dell'ordine, chiamate dal proprietario dei Bagni Elena stessi. Raggiunto dai microfoni del "Roma", Mario Avoletto della rete "Mare libero e gratuito Napoli" assicura che «metteremo sicuramente in campo altre iniziative per rivendicare l'accesso libero alle spiagge da tutti i punti possibili, in contrarietà a questa delibera fantasma, che troviamo francamente vergognosa». Monica del centro sociale Mezzocannone Occupato affida ai social il suo sfogo, scagliandosi anche contro la turistificazione selvaggia della città: «Napoli sta diventando come le altre grandi città d'Italia, senza più spazio per i suoi abitanti. A Bagnoli non si può fare il bagno visto il rischio per la salute dovute alle mancate bonifiche, sulle quali Stato e comune potrebbero battere un colpo. La Gaiola è divenuta inaccessibile a causa del sistema di prenotazioni, tutto ciò che resta della costa cittadina o è vittima della sporcizia oppure è appannaggio di pochi privilegiati quali proprietari di lidi o di case a Posillipo con discese a mare private, adesso basta». Fu infatti apposto recentemente all'ingresso della Gaiola uno striscione che recitava "Mare libero, porti aperti". Anche nella giornata del 7 giugno ancora, un corteo di più di 300 persone composto da diverse realtà ha sfilato per le strade del centro partenopeo contro la così detta "gentrificazione" dei centri storici cittadini e per la salvaguardia di un diritto, quello dell'accesso al mare, in un'ottica specifica che rivendica al diritto allo svago durante la stagione estiva e non solo anche per chi non può permettersi i costi, effettivamente esorbitanti, per accedere alle strutture balneari private. Questo dibattito cittadino si inserisce in una cornice di senso senz'altro più ampia, che vede sotto accusa i gestori degli impianti che pagano poco o pochissimo le concessioni, molto spesso impiegando i lavoratori senza contratto e con paghe che raccontano un lavoro tutt'altro che tutelato. Nei giorni scorsi sul tema era intervenuta la consigliera comunale del gruppo Napoli solidale-Verdi-Difendi la città Flavia Sorrentino: «Sta per iniziare la stagione estiva ed i pochi arenili liberi di Napoli sono già affollati. Nel fine settimana scorso, ad esempio, è stata presa d'assalto la spiaggia delle Monache a Posillipo: migliaia di bagnanti senza servizi igienici, tra rifiuti non raccolti, assenza di misure di salvataggio e sicurezza. L'amministrazione ha il dovere di rendere pienamente fruibili i nostri arenili, il cui accesso deve essere libero, gratuito e sicuro. Presenterò - l’annuncio - una proposta affinché siano installate piattaforme e altre strutture removibili sul nostro lungomare per poter allargare gli spazi attrezzati a disposizione dei bagnanti».

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