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11 Giugno 2023 - 11:22
NAPOLI. Per l’omicidio di Vincenzo Costanzo, il 26enne sorpreso dai killer la notte dei festeggiamenti per lo scudetto del Napoli, l’unica pista alternativa alla faida di Ponticelli condurrebbe ai Quartieri Spagnoli. Un’ipotesi su cui si cercherebbero riscontri, avanzata dagli investigatori più esperti sulla base di presunti contatti che la vittima avrebbe avuto in quella zona, dove abitano alcuni suoi parenti: i “Fraulella”, entrati in contrasto più volte negli ultimi anni con altri clan “quartierani”. “Ciculill” potrebbe esserne rimasto in qualche modo coinvolto, attirando su di sé l’attenzione. Resta chiaro comunque che il movente più probabile è sempre quello della guerra con i De Micco, con questi ultimi impegnati a conquistare il controllo del “Conocal”. Sullo sfondo dell’omicidio rimangono domande ancora senza risposta proprio perché la dinamica del delitto del 5 maggio scorso appare sempre più misteriosa. Perché assassinare il nipote dei D’Amico così lontano da Ponticelli, al punto da organizzare un agguato obiettivamente complicato? Se c’è stato un traditore, e su ciò non ci sono dubbi, com’è stato possibile organizzare in così poco tempo l’agguato? I killer potevano essere sicuri di fare in tempo soltanto se si trovavano nei dintorni oppure stavano seguendo a poca distanza Vincenzo Costanzo senza che lui se ne accorgesse: non impossibile, ma difficile. Oppure il “filatore” frequenta piazzetta Volturno e ha dato il via all’azione con un whatsapp o uno squillo telefonico. Le indagini sull’omicidio di Vincenzo Costanzo starebbero scoperchiando un vaso di Pandora con la conseguenza che aumentano i dubbi e diminuiscono le certezze. Al punto che tra gli investigatori circola una variante alla pista dell’attacco del clan De Micco, anche se resterebbe l’ipotesi della loro longa manus: il 26enne nipote dei D’Amico potrebbe essere stato vittima di un’epurazione ordita da un gruppetto di giovani cresciuto criminalmente sotto l’egida dei “Bodo” ed entrato in contrasto da mesi con lui, contrario invece a ogni accordo. Cosicché, secondo fonti confidenziali, il delitto non avrebbe colto completamente di sorpresa gli ambienti malavitosi della zona, a differenza dell’arresto dei cugini Matteo Nocerino e Gaetano Maranzino, autori di una “stesa” 24 ore dopo dai contorni ancora misteriosi. Già così la vicenda appare complicata da decifrare. Ma vanno aggiunte altre circostanze: un testimone ha raccontato che l’agguato è stato compiuto dopo una fiaccolata in onore del Napoli che ha portato l’esecutore materiale fin davanti a Vincenzo Costanzo, seduto su una fioriera di piazza Volturno affianco al motorino e vicino alla fidanzata, rimasta ferita di striscio. Colto di sorpresa, il 26enne non ha avuto nemmeno il tempo di pensare a come cercare di salvarsi. Non è tutto. Matteo Nocerino e Gaetano Maranzino, cugini di Vincenzo Costanzo, a chi volevano lanciare un messaggio quando sono andati a sparare in piazza Volturno 24 ore dopo l’omicidio? Al “filatore”, che secondo questa tesi abiterebbe là, o al killer, anch’egli dell’Arenaccia? Oppure c’è altro?
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