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17 Giugno 2023 - 09:50
ARZANO. Scacco al clan della 167 di Arzano: arrestato a Giugliano il latitante Davide Pescatore. Per scovarlo utilizzato anche un drone. Hanno atteso un passo falso, sin dall’8 marzo, quando si sottrasse ad un'ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal Tribunale di Napoli su richiesta della direzione distrettuale antimafia partenopea. Seguendo amici e parenti e monitorando il web lo hanno trovato in una palazzina nel cuore di Giugliano in Campania. In manette, Davide Pescatore, alias “pal ’e fierr”, 43enne ritenuto elemento apicale del “clan 167” di Arzano. L’uomo è ritenuto gravemente indiziato di estorsione aggravata dalle finalità mafiose, commessa insieme ad altri 3 sodali lo scorso marzo in un bar di Arzano.
I carabinieri del nucleo investigativo di Castello di Cisterna hanno scoperto quale fosse l’abitazione dove si nascondeva, hanno interrotto la circolazione e circondato lo stabile. Paralizzato il centro storico di Giugliano, monitorato anche dall’alto con il drone, hanno bussato alla sua porta. Pescatore è accusato di tentata estorsione aggravata dal metodo mafioso dopo le denuncia di un imprenditore. In cella erano già finiti i suoi tre complici esponenti del clan della 167 di Arzano. I quattro, secondo l’ordinanza, forti della loro appartenenza al clan e del loro curriculum criminale, avrebbero imposto al titolare del bar Bellagio, grossa attività da qualche mese aperta al pubblico, una tangente da 2mila euro al mese, da versare per “gli amici di Arzano” per ottenere la tranquillità.
Destinatari del provvedimento in carcere spiccato dalla Dda ed eseguito dalla polizia di Stato di Frattamaggiore a marzo scorso che ne aveva diretto le investigazioni: Antonio Alterio, gambizzato in un circolo ricreativo a novembre del 2021, nonché fratello di Gennaro e Raffaele finiti, anch’essi in carcere il 24 aprile dell’anno scorso unitamente ad altre 27 persone, in quanto facenti parte del sodalizio criminale della 167, costola degli Amato-Pagano; Salvatore Lupoli alias ’o trombone e Giuseppe Bussola incensurato.
Si tratta di quattro esponenti di primissimo piano del clan della 167 di Arzano. Il commerciante-coraggio, G.F., dopo l’episodio estorsivo, aveva rivolto un appello agli altri commercianti di Arzano vessati dalla camorra, e costretti a pagare il “pizzo”, di ribellarsi e denunciare. A scendere in campo con un sit-in in favore del commerciante e contro le piazze di spaccio, era sceso il comitato di Liberazione dalla camorra di Napoli Nord. Intanto in città, anche se nessuno ne parla, la gestione degli affari illeciti sarebbe finita nelle mani dei “nuovi assunti”. Gruppi formati da giovanissimi senza scrupoli e senza paura. Intanto vanno avanti le indagini dei carabinieri sul territorio arzanese.
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