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18 Giugno 2023 - 16:35
NAPOLI. Il vero miracolo è che il soffitto pieno di macchie d’acqua non sia ancora crollato sulla testa di qualcuno degli inquilini. Basterebbe un acquazzone come quello dellea scorsa settimana per metterne in pericolo la staticità. Messe anche peggio sono le pareti e i pilastri, colorati di verde muffa formatasi a causa delle varie infiltrazioni d’acqua e mai rinforzati. In via Sedil Capuano 45, a pochi passi da via dei Tribunali, il palazzo che ospita attualmente 27 nuclei familiari rappresenta il degrado simile a molti palazzi antichi del centro storico. Di proprietà della Curia di Napoli, accusata dagli abitanti di non fare abbastanza vista anche l’estrema vicinanza con il complesso del Duomo e a cui gli stessi inquilini, alcuni presenti addirittura dagli anni ’60 e ‘70 si rivolgono. Lo stabile è diroccato sia al piano terra che al primo piano. Proprio dal punto più alto del palazzo, è possibile scorgere tutto l’abbandono del giardino dove la rottura di un grosso tubo d’acqua rende il piazzale un acquitrino attorniato da un verde mal curato, che diventa assolutamente impraticabile in occasione delle piogge. Sovente è proprio chi è costretto a vivere in queste condizioni a pulire, asciugare, rattoppare. Ma non basta, lo stabile ha bisogno di interventi urgenti. Non solo: proprio alla base di alcune cellette che fanno parte del complesso del Duomo, la muffa è ancora lì a ricordare che ogni mancato intervento, prima o poi, può essere fatale. Negli anni, stando ad alcune verifiche fatte dalla nostra testata, all’interno del palazzo sarebbero state comunque perpetrati degli abusi – che noi possiamo confermare soltanto vedendo eventualmente gli atti – da parte di alcuni degli abitanti. Inoltre, in passato i responsabili tecnici della Curia avrebbero anche approfondito la materia relativa a eventuali occupazioni abusive delle case ampie poche decine di metri. Anche qui, in assenza di atti che confermano ciò, dobbiamo tenerci soltanto nel campo delle ipotesi a meno che non ci saranno provvedimenti in tal senso. Ma la domanda resta: deve presentarsi così un palazzo del pieno centro storico? In realtà una richiesta di chiarimenti alla Chiesa di Napoli l’abbiamo fatta, sino ad ora però senza avere una ri sposta concreta. Da alcuni professionisti che lavorano sull’immenso patrimonio della chiesa partenopea viene soltanto ricordato, in via ufficiosa, un sopralluogo risalente a circa un anno e mezzo fa in cui vennero descritte le situazioni e vagliati eventuali situazioni di possibili abusi e possibili irregolarità. A seguito di quelle verifiche vennero predisposti interventi per l’installazione di guaine e altre protezioni, che però chi abita in vico Sedil Capuano 45 giudica insufficienti. Ancora in questi giorni sono arrivate richieste alla Curia di alcuni nuovi sopralluoghi tecnici per meglio garantire le condizioni di sicurezza. Una cosa è certa: le povertà che soffocano Napoli le si toccano con mano già presso i domicili di molte delle famiglie del cuore antico della città, che se da un lato gode di un afflusso turistico notevole dall’altro resta ancorato a una sofferenza a cui porre rimedio nel breve tempo appare piuttosto difficile.
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