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19 Giugno 2023 - 08:44
NAPOLI. Un giugno tremendo: 16 omicidi di camorra, una vicenda privata culminata nella disperazione di un padre che ammazzò il figlio schizofrenico e una rissa tra extracomunitari conclusasi in tragedia. Era il 2000 e nonostante fosse terminata la faida tra Alleanza di Secondigliano e clan Mazzarella, una serie di guerre di quartiere tra clan fece sì che quel mese passasse alla storia per il numero di morti. Complessivamente le forze dell’ordine dovettero occuparsi di 18 fatti di sangue in 30 giorni: non un record, ma un bilancio impressionante se rapportato ai numeri attuali. Fortunatamente infatti, la media è scesa moltissimo e si può tranquillamente affermare che la camorra si sia “mafizzata”: meno morti possibile per non attirare troppo l’attenzione e soprattutto un numero maggiore di investigatori sul territorio.
LE BATTAGLIE A SECONDIGLIANO E NEL CENTRO DI NAPOLI. A giugno 2000 la malavita organizzata si diede battaglia soprattutto a Secondigliano per una guerra lampo tra i Licciardi e i Lo Russo e nel centro di Napoli, in particolare tra i Quartieri Spagnoli e Rua Catalana. Una serie di botte e risposte insanguinò le due zone, ma nel secondo caso gli inquirenti individuarono subito la pista che si rivelò giusta. Le indagini furono avviate in seguito alle dichiarazioni di un collaboratore di giustizia, che aveva parlato di una riorganizzazione del gruppo criminale facente capo al ras Antonio Ranieri detto “Polifemo” per il controllo del quartiere, che comportò un contraccolpo sugli equilibri che nel frattempo si erano determinati nel territorio, risentendo anche dello scontro avvenuto all' interno del clan operante a Secondigliano (Licciardi-Lo Russo-Sabatino). La lotta per il predominio dei Quartieri Spagnoli, da parte del gruppo capeggiato da Ranieri e Salvatore Cardillo “Beckembauer”, sfociò in una serie di omicidi nell’area confinante con il Rione Sanità dove nel frattempo si era rifugiato Ettore Sabatino. Il 27 ottobre 1999 fu assassinato Antonio Ranieri; il 10 giugno 2000 toccò a Giuseppe Di Tommaso finire sotto i colpi dei killer; il 23 giugno 2000 fu ammazzato Bruno Guidone e il 20 giugno 2002 fu la volta di Luigi Cantaleno, tutti esponenti del gruppo che si stava ricostituendo.
LE RIVELAZIONI DEI PENTITI. Le dichiarazioni di collaboratori di giustizia (tra i quali Marco Mariano), intercettazioni telefoniche e attività di indagine hanno permesso di ricostruire la dinamica, i mandanti e gli esecutori di alcuni omicidi rimasti insoluti e di scoprire attività di spaccio di stupefacenti di un certo rilievo. Tra le vittime della prima tremenda guerra di camorra ai Quartieri Spagnoli, quella tra i Mariano e gli “scissionisti” Ranieri-Cardillo, ci fu anche il coraggioso eroe Salvatore D’Addario, poliziotto che libero dal servizio cercò di impedire un delitto e si trovò al centro di un fuoco incrociato. A dimostrazione che anche allora nei vicoli a ridosso di via Toledo e corso Vittorio Emanuele il business illecito principale era la droga, proprio come adesso. In quel terribile mese del 2000 si regolano pure alcuni conti all’interno della malavita di Forcella e dei Tribunali, dove il referente dei Mazzarella Eduardo Bove finì nel mirino dei nemici. Sapeva di esserlo e usciva pochissimo di casa, tant’è vero che l’agguato costatogli la vita avvenne le suo appartamento. Altri omicidi, sempre collegati a guerre di camorra, ebbero come teatro Secondigliano, Bagnoli e Ponticelli, zone anch’esse molto calde in quel periodo (l’area orientale di Napoli lo è tuttora).
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