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Pugno duro del gup per la morte di Patrizia Petrone

Pugno duro del gup per la morte di Patrizia Petrone

NAPOLI. L’imputato ha incassato quasi il massimo della pena per il reato di omicidio preterintenzionale: 12 anni e 8 mesi. Per Luigi Frenna, accusato di aver provocato la morte della commerciante Patrizia Petrone (nella foto) in conseguenza di una rapina del 17 luglio 2021, il giudice è partito da una pena di 15 anni, aumentata in continuazione con il primo reato e ridotta per il rito abbreviato. Merito anche della strategia dell’avvocato Salvatore Landolfi, che assisteva i familiari costituiti parte civile. È stato il gup Tommaso Perrella a condannare Luigi Frenna, napoletano del Rione Sanità, come responsabile della rapina di uno scooter culminata nella morte di Patrizia Petrone, commerciante in zona Piazza Mazzini, dove gestiva una accorsata pizzeria storica. Una vicenda che risale al 17 luglio del 2021, quando l’imputato insieme a un complice minorenne si lanciò all'inseguimento di uno scooter guidato dalla donna. Secondo la ricostruzione della Procura, la vittima fu strattonata per costringerla a fermarsi, tanto da farle perdere l’equilibrio e rovinare al suolo con il “dueruote”. La conducente sbatté la testa e rimase in coma per alcuni mesi. Morì il 24 febbraio del 2022 nel corso della vicenda giudiziaria che si è ovviamente aggravata. Decisive si sono rivelate le testimonianze agli atti, oltre alle immagini di alcune telecamere, che avrebbero inchiodato i due responsabili. Stando al racconto della vittima sopravvissuta al raid, un’amica di Patrizia, i due assalitori impugnavano una pistola (che si è rivelata arma replica ma senza tappetto rosso), con cui avevano provato a interrompere la marcia dello scooter preso di mira. Una brutta vicenda, frutto avvelenato della tenacia con cui i rapinatori insistettero per procurarsi il bottino.

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