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20 Giugno 2023 - 17:40
"È una battaglia culturale, educativa e sociale. Questa la grande battaglia che deve essere fatta. Vuol dire lavoro, vuol dire casa, vuol dire politiche sociali, e cultura, vuol dire scuola". Lo ha detto don Luigi Ciotti, questa mattina nella sala giunta di Palazzo San Giacomo a Napoli, in occasione della X edizione del Premio nazionale 'Amato Lamberti' dedicato al sociologo e intellettuale che seppe tradurre in impegno politico antimafia i risultati della sua intensa attività di studioso.
Il premio ha assegnato tre borse di studio, a Giuliano Benincasa, Federica Ponticelli e Danilo Pisano, per le migliori tesi sui temi del contrasto alla criminalità. Oltre a don Ciotti erano presenti il sindaco di Napoli Gaetano Manfredi, il presidente onorario Franco Roberti, il questore di Napoli, Alessandro Giuliano, Marco Damilano, giornalista e conduttore della trasmissione in Rai 'Il cavallo e la torre', Dèsirèe Klain, giornalista e portavoce di Articolo 21, Nino Daniele, presidente del Premio. "Un premio che parla di Napoli, certo delle sue piaghe - ha ricordato Daniele - dolenti ma anche della capacità di riscossa civile e di saper indicare attraverso la conoscenza e la ricerca quella che è la strada per liberarci".
Una targa speciale è stata consegnata dal già avvocato generale Aldo De Chiara al giudice Carlo Alemi, già presidente del Tribunale di Napoli. Le tre borse di studio da 1.000 euro ciascuno sono state finanziate dall'Università degli Studi di Napoli Federico II per premiare lavori sui temi della criminalità organizzata, dei traffici criminali, dei reati ambientali, della corruzione e delle economie illegali, delle vittime delle mafie e delle violenze. Nel corso di questi anni sono stati premiati complessivamente 24 giovani studiosi, selezionati tra una rosa di oltre 234 candidati provenienti dalle maggiori Università italiane e da molte Università straniere.
"In questa società - ha rimarcato don Ciotti - c'è il rischio che non si investa sui giovani. Siamo all'ultimo posto in Europa per la povertà educativa, siamo agli ultimi posti per la dispersione scolastica, abbiamo due milioni di giovani che hanno studiato e che non trovano lavoro o fanno tanta fatica. Questo premio vuol dire premiare quelli che nel contrasto alla criminalità, all'illegalità alla corruzione stanno lottando, facendo la propria parte". Per Manfredi "questo è un premio molto importante perché mette insieme due argomenti che mi sono particolarmente cari, la legalità e l'educazione. Per fare questo salto di qualità sulla difesa della legalità nella nostra città e nel nostro Paese, dobbiamo necessariamente partire dall'educazione dei giovani e dalla ricerca. Amato Lamberti lo ha fatto nell'ambito della Federico II e poi come uomo dell'istituzioni e quindi questo premio rappresenta la continuazione di un percorso".
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