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22 Giugno 2023 - 08:27
CAIVANO. Processo alla Buttol: respinta dal giudice per le indagini preliminari del tribunale di Napoli Maurizio Giordano la richiesta di rito in abbreviato avanzata dagli imputati: 0Ante Cappelluccio, Vito Coppola e Carmela Frezza, personaggi principali dell’indagine sull’affidamento del servizio di raccolta e smaltimento dei rifiuti solidi urbani, al termine di una procedura apparentemente non chiara. La società Tekra srl, che partecipò alla gara giungendo seconda, è stata ammessa alla costituzione di parte civile. L’ex patron, ombra della Buttol, Luigi Ante Cappelluccio per tentare di uscire fuori dalla vicenda, aveva presentato istanza di patteggiamento della pena a due anni di reclusione ed una condanna pecuniaria di poche migliaia di euro. Ovviamente la richiesta è stata rigettata poiché, uno dei reati contestati a Luigi Ante Cappelluccio è un reato ostativo e quindi non possono riconoscersi le attenuanti generiche. Anche per l’ex dirigente del Comune di Caivano Vito Coppola e la sua collaboratrice Carmela Frezza, che avevano optato per l’abbreviato, è stata decretata l’inammissibilità della richiesta perché, nel tempo intercorso non vi è stata restituzione del profitto illecito. Intanto il processo passa da Napoli ad Aversa. Si riprenderà il prossimo 6 ottobre dinanzi ai giudici della seconda sezione collegio C del tribunale di Tribunale di Napoli Nord. Prima di andare avanti va fatta la solita indispensabile premessa, ovvero che per tutti gli imputati vale comunque ed in ogni modo la presunzione d’innocenza fino a condanna definitiva passata ingiudicata. Nella stessa indagine sono rimasti coinvolti: Antonio Cappelluccio (padre di Luigi Ante Cappelluccio), Onofrio Miele, Costantino Di Lorenzo, Magda Ricciardi, Teresa Pigliacelli, l’ex consigliere comunale Fabio Mariniello e l’ex sindaco di Caivano Simone Monopoli. Anche i rappresentanti della Buttol srl, hanno richiesto di poter patteggiare la pena, ma anche quest’istanza stata rigettata perché inammissibile nei casi in cui tra le pene accessorie previste dai reati contestati vi è l’interdizione. Alcuni degli imputati, la cui posizione è stata stralciata, dovranno attendere nuova assegnazione. Difficile prevedere come andrà il processo a partire dal prossimo 6 ottobre, ovvero a distanza di quasi sette anni dall’avvio dell’indagine partita da un inchiesta giornalistica del direttore della testata “MI informo”, Mario Abbenante. Nel corso delle indagini preliminari, il pubblico ministero affidatario dell’inchiesta ritenne che Luigi Ante Cappelluccio, pur non figurando dagli atti societari, era l’unico e vero dominus della piccola società, nata dalle ceneri della partecipata Mitadi San Giorgio a Cremano, che nei primi anni del 2000, grazie a Luigi Ante Cappelluccio avviò la sua scalata imprenditoriale, aggiudicandosi senza avere i necessari requisiti diverse importante commesse.
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