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23 Giugno 2023 - 07:30
NAPOLI. Inquadrato come uno dei killer più spietati della camorra di Napoli Est, ha fin qui rimediato già diverse condanne pesantissime: su tutte l’ergastolo definitivo per la morte violenta di Raffaele Cepparulo e dell’innocente Ciro Colonna. Schiacciato dalle dichiarazioni rese negli ultimi anni dal pentito Tommaso Schisa, alla fine Michele Minichini, alias “Tiger”, ha deciso di gettare la spugna. Il boss di Ponticelli, capo indiscusso dell’omonimo clan affiliato ai De Luca Bossa, ieri mattina è intervenuto in aula nel corso della prima udienza del maxiprocesso che vede alla sbarra il gotha della mala della periferia orientale e ha vuotato il sacco, ammettendo di essere il responsabile di ben quattro omicidi e di un agguato fallito. Quello di Michele Minichini - è bene precisarlo - non rappresenta però l’avvio di un percorso di collaborazione con la giustizia. Il 32enne ras si è infatti limitato a rendere una breve dichiarazione spontanea, con la quale ha però ammesso alcuni, gravissimi fatti di sangue ancora oggi irrisolto. Il sicario noto a Malanapoli con l’alias di “Tiger” ha dunque confessato la propria responsabilità in merito agli omicidi di Mario Volpicelli, Giovanni Sarno, Gianmarco Lambiase e di un tale “Polpetta”. Minichini, stando a quanto rivelato ieri mattina in videocollegamento con l’aula bunker, avrebbe poi fatto parte del commando che nel 2016 ha ferito il mazzarelliano Gennaro Catapano, vittima di un agguato avvenuta nella zona del Mercato. Quanto ai primi quattro delitti, si tratta di omicidi a dir poco eccellenti. Le prime due vittime, in particolare, erano strettamente imparentate con i vertici del vecchio clan Sarno e proprio la loro eliminazione aveva portato al definitivo stroncamento della cosca, già decimata dal pentimento dei vecchi capi, un tempo radicata nel rione De Gasperi di Ponticelli. Tornando invece all’udienza di ieri mattina, 60 imputati hanno chiesto di essere processati con il rito abbreviato. È stata discussa poi la richiesta di abbreviato per Antonio Acanfora Antonio, condizionata al riconoscimento personale da parte del pentito Rolletta Rosario e all’acquisizione della trascrizione di una conversazione ambientale; e la richiesta di abbreviato per Pasquale Damiano, condizionata invece a una consulenza fonica su una conversazione telefonica. Il giudice scioglierà la riserva nella prossima udienza calendarizzata per il prossimo 11 luglio. Dopo di che toccherà al collegio difensivo (avvocati Domenico Dello Iacono, Leopoldo Perone, Giuseppe Milazzo, Antonio Abet, Mauro Zollo, Antonio Del Vecchio, Antonio Sorbilli, Giovanni Maria Portaro, Stefano Sorrentino e Salvatore Impradice) preparare la strategia da portare avanti nell’ormai imminente processo. L’inchiesta era culminata nel maxi-blitz di novembre scorso (62 arresti e 79 indagati) e tra i coinvolti spiccavano Giuseppe, Anna, Emmanuel e Umberto De Luca Bossa, oltre ad Alfredo, Martina e Michele Minichini “Tiger”, Cristian Marfella, Luigi Austero, Luigi Aulisio e al figlio Nicola.
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