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«Al Cardarelli 18 medici al Pronto soccorso, sono pochissimi»

«Al Cardarelli 18 medici al Pronto soccorso, sono pochissimi»

NAPOLI. La carenza dei medici al pronto soccorso colpisce il Cardarelli: «Abbiamo 18 unità e sono pochissime perché ormai abbiamo una media di 200-220 arrivi al giorno con molti codici rossi e arancioni». A dirlo Antonio D’Amore, direttore dell’azienda ospedaliera collinare. «Abbiamo chiesto un grande sacrificio ai nostri dirigenti di reparto con specialità affini di pronto soccorso e che fanno i turni. Tra pochi giorni inizieremo la ristrutturazione con una rimodulazione di spazi interni della prima sala di accoglienza per velocizzare i percorsi. Il pronto soccorso non chiuderà mai ma ci potrebbero essere piccoli disagi». Intanto, è stato presentato un progetto pilota che consentirà di trasformare ventimila cartelle in documenti digitali. «È un progetto sperimentale in Italia e ci auguriamo di renderlo di fatto esecutivo. Lo facciamo insieme al Consiglio del Notariato e alla Sovrintendenza Archeologica e abbiamo archiviato venti anni di cartelle cliniche» dice D’Amore. Il tutto in collaborazione con il Cnr e con le Istituzioni Notarili, che hanno seguito da vicino l’intero progetto del Cardarelli, contribuendo in modo attivo nella definizione del processo di conservazione sostitutiva. «Il notaio partecipa alla fase di analisi per verificare le tipologie di documenti e i vincoli giuridici e pratici alla dematerializzazione dei documenti dell'archivio. Inoltre, ha anche il compito di verifica anche il buon funzionamento del processo di certificazione e poi controlla l'esito del processo, raffrontando a campione la digitalizzazione» dice Giovanni Vitolo, presidente del Consiglio Notarile di Napoli.

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