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24 Giugno 2023 - 09:33
L’intercettazione in casa di Vincenzo “Cucù” svela il patto con il clan di Secondigliano. Il Riesame scarcera Leonardo Mazzarella: era stato arrestato il 2 giugno
NAPOLI. C’è anche un inedito asse tra i Masiello e i Di Lauro nelle780 pagine dell’ordinanza di custodia cautelare con cui è stato inferto un durissimo colpo alla camorra dei Quartieri Spagnoli. Un accordo sottolineato in un incontro da Gaetano Todisco “’o ninno”, morto nel 2020 in un incidente stradale a Secondigliano, con una frase emblematica: «La nostra casa è aperta». Il riferimento era ai traffici di droga, business principale (se non esclusivo) di entrambi i clan. Intanto, a proposito dell’inchiesta costata le manette a 53 persone, il tribunale del Riesame ha ridato la libertà al 31enne Leonardo Mazzarella annullando il provvedimento restrittivo.
LA MICROSPIA SVELA L’ACCORDO. È stata la microspia piazzata in un’abitazione dei Masiello a far capire agli inquirenti quanto fossero buoni, e presumibilmente lo sono ancora adesso, i rapporti con i Di Lauro. In una conversazione intercettata cui partecipava il giovane ras Vincenzo “Cucù” interveniva Gaetano Todisco, non a caso presente. “’O ninno” riferì agli interlocutori, a dimostrazione dei buoni rapporti con l’intero “sistema” dei Quartieri Spagnoli, che era stato contatto dagli Esposito-Saltalamacchia per l’acquisto di un carico di stupefacenti e aveva risposto di poter «fare un’attenzione» ma non di vendere «a debito». Sempre il pregiudicato vicino ai Di Lauro sarebbe stato il tramite per l’acquisto della droga dai gestori della famosa “piazza della sposa” in vico Canale a Taverna Penta, i Furgiero.
LA SCARCERAZIONE DI MAZZARELLA. Intanto, grazie alla strategia difensiva dell’avvocato Giuseppe Pellegrino, il Tribunale del Riesame ha annullato la misura cautelare emessa nei confronti di Leonardo Mazzarella, 31enne di origini salernitane ritenuto vicino ai Masiello e in particolare a Vincenzo “Cucù”. Era sfuggito al blitz contro la camorra dei Quartieri Spagnoli, ma i carabinieri avevano saputo che si trovava in Spagna per una breve vacanza e l’hanno atteso al varco. È sceso poco dopo la mezzanotte del 2 giugno dall’aereo di una compagnia iberica ed è finito in manette. Ha diversi capi d’imputazione a carico (ferma restando la presunzione d’innocenza fino all’eventuale condanna definitiva) in relazione ai piccoli traffici di droga che si svolgevano nei vicoli non lontani da via Toledo, i giudici hanno ritenuto che possa attendere la conclusione del procedimento penale da uomo libero. I destinatari erano 53, indagati a secondo delle varie posizioni per associazione mafiosa, associazione semplice finalizzata allo spaccio di droga e per il tentato duplice omicidio contro Paolo Pesce (“’o chi Peppe”) poi morto per cause naturali) e Domenico Masi. Un duro colpo ai tre clan dei Quartieri Spagnoli che hanno stretto nel 2019 un’alleanza da “sistema”: gli Esposito di Antonio “o’ pallino”, i Masiello retti da Vincenzo, figlio dell’altrettanto conosciuto Antonio “o’ no”, ed Eduardo Saltalamacchia. I primi con base nella zona della “Speranzella”, i secondi con base a largo Baracche, gli ultimi alla Pignasecca.
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