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Nola esulta, torna la Festa dei Gigli

Nola esulta, torna la Festa dei Gigli

NOLA. Festa dei Gigli: è tornato “’o juorno cchiù bell”. A metà tra sogno e realtà, speranza e resilienza e una grande fede a fare da propulsore, la ballata dei Giganti di legno in onore di San Paolino, dopo una trepidante attesa lunga tre anni e 360 giorni, è tornata ad accendere i cuori dei nolani e di migliaia di persone. Forte l’emozione in piazza Duomo dove migliaia di persone, tra lacrime di gioia, applausi e preghiere hanno accolto rapiti, l’uscita del Busto di San Paolino dalla Cattedrale e la benedizione del Vescovo, monsignor Francesco Marino. «Carissimi fratelli e sorelle ha detto dinanzi agli 8 obelischi e alla barca fermi in una piazza gremita in ogni suo angolo lasciamoci ispirare da Cristo come fece san Paolino. Nel 2031 festeggeremo 1600 anni dalla sua nascita al cielo. Chiederò a Papa Francesco l’indizione di un anno giubilare speciale. Prepariamoci a questo evento. Prepariamoci bene in vista di questo importante appuntamento».

Una notte insonne per moltissimi nolani, quella che ha preceduto la domenica della ballata. Troppa l’emozione. Troppa l’ansia e l’agitazione di chi da troppo tempo attendeva questo giorno come si attende una sposa all’altare, con il cuore che scoppia di amore e trepidazione e al contempo sembra fermarsi dinanzi alla paura che per qualche motivo, l’amata possa non arrivare. All’alba ogni nolano delle diverse corporazioni era già in strada. Prima tappa, visita al cimitero, a salutare i propri cari e tutti gli amici andati via, alcuni a causa del Covid. A loro è dedicata ogni preghiera, ogni pensiero di questa Festa che non hanno potuto rivedere sulla terra, ma che di certo, nella fede in Gesù Cristo e in San Paolino ora guarderanno dal cielo, seduti sulle nuvole del paradiso. La seconda tappa è il duomo per partecipare alla celebrazione della santa messa del cullatore.

E poi finalmente, eccoli in tutta la loro maestosità: i Gigli. 25 metri di legno e chiodi, sudore e ingegno, passione e devozione, che mai potrebbero bastare le spalle ad alzare se non ci si mette anche il cuore. Sciolte le funi, posizionate varre e varretielli, “tutti sotto “’o giglio!” ordina il capo alla propria paranza che fiera trova posto ai piedi del Gigante. “Un attent! Ca’ seconda s’aiza”. È iniziata la ballata. Tanti i bambini con il naso all’insù e lo sguardo fisso sulla vetta del Giglio che oscilla a suon di musica incantando.

Molti di loro, reduci dal lungo periodo della pandemia, vedono i Gigli per la prima volta eppure ballano e gioiscono come li conoscessero da sempre. È il legame viscerale, ancestrale, che scorre nelle vene, è inciso nel dna di ogni persona appartenente al mondo dei Gigli. Tanti gli anziani in lacrime, che nonostante il caldo sono accorsi per assistere alla ballata. Un unico comune pensiero: «Graze san Paulì! Credevo ca’ murevo e stu juorno cchiù nun ’o vedevo».

Ma la Festa ha richiamato a se non solo i nolani e gli amanti dei Gigli, migliaia sono i turisti provenienti da ogni parte del mondo. Tante anche le istituzioni accolte dal sindaco Carlo Buonauro e presenti al Palazzo di città: Il sindaco di Napoli Gaetano Manfredi, insieme al fratello Massimiliano; tanti consiglieri regionali tra cui Carmela Rescigno e Domenico Esposito Alaia. Il consigliere regionale Maria Muscarà “Irriverente” a Manfredi: «Noi a Napoli la Venere degli Stracci».

Il console spagnolo Carlos Maldonado e tanti altri. A fare ritorno nella città dei Gigli, anche la Famglia reale dei Borbone. La principessa Maria Carolina di Borbone (nella foto), ha espresso come desiderio per il suo 20esimo compleanno di poter festeggiare a Nola, dinanzi ai Giganti. Desiderio che papà Carlo, mamma Camilla e la sorella Maria Chiara, sono stati ben felici di esaudire. Per lei una torta di compleanno gigante in piazza con tutti gli obelischi a fare da sfondo.

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