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Clan Reale al tappeto, 140 anni di carcere in Appello

Clan Reale al tappeto, 140 anni di carcere in Appello

NAPOLI. Raffica di condanne, ben diciassette, per i signori della droga con base nel rione Pazzigno di San Giovanni a Teduccio. Il gotha del clan Reale torna alla sbarra per la conclusione del processo di appello e i giudici della quarta sezione confermano l’impianto accusatorio, infliggendo oltre 140 di carcere. Tuttavia rispetto al verdetto pronunciato nel maggio scorso al termine del dibattimento ci sono stati alcuni importanti colpi di scena: su tutti, l’esclusione dell’aggravante di essere stati capi e promotori dell’organizzazione per i rampolli della famiglia Reale e per Salvatore Nurcaro, già salito alla ribalta della cronaca nera cittadina per essere scampato nel 2019 all’agguato di piazza Nazionale in cui rimase ferita la piccola Noemi. Tornando alla sentenza pronunciata ieri pomeriggio dalla quarta sezione della Corte d’appello di Napoli, i giudici hanno rideterminato in 6 anni e 8 mesi a testa le condanne a carico di Claudio Riccardi, Giuseppe Limatola, Raffaele Nurcato e Francesco Ruggiero. Sono stati invece inflitti, sempre grazie al riconoscimento delle attenuanti generiche prevalenti, 9 anni a testa ad Alessio Annunziata, Raffaele Oliviero, Luigi Luongo e Ciro Grandioso. Antonio Graziano ha rimediato 11 anni di reclusione in continuazione con altra sentenza. Quanto ai “big” dell’organizzazione che tra il 2015 e il 2019 avrebbe invaso di droga la periferia est di Napoli, la Corte d’appello, escludendo l’aggravante del ruolo di capi e promotori, ha condannato Salvatore Nurcaro a 12 anni e 9 mesi in continuazione a fronte dei precedenti 28 anni, Pasquale Reale a 12 anni e 6 mesi in continuazione, Patrizio Reale a 11 anni e 9 mesi, Vincenzo Reale a 11 anni e 9 mesi, Antonio Reale (classe 1990) a 19 anni in continuazione e Antonio Reale (classe 1991) a 17 anni in continuazione. Antonio Nurcaro e Mario Nurcaro hanno infine rimediato 1 anno e 6 mesi a testa. Il verdetto ha dunque ampiamente premiato le argomentazioni del collegio difensivo. L’avvocato Giuseppe De Gregorio, che assiste il narcos Salvatore Nurcaro, aveva duramente contestato il ruolo di capo promotore contestato al proprio assistito dalla Procura: una circostanza supportata dalle dichiarazioni dei pentiti (tra i quali l’ex boss Umberto D’Amico) e dalle intercettazioni, da cui sarebbe emerso che Nurcaro si sarebbe affiliato al clan Reale solo nella primavera del 2019 e che pertanto sarebbe stata da escludere una scalata ai vertici della cosca in tempi così stretti. Verdetto favorevole anche per gli avvocati Antonio Abet e Antonio Iavarone, difensori di Patrizio Reale, che ha ottenuto uno di pena di oltre 15 anni, e per gli avvocati Leopoldo Perone, Carlo Ercolino e Simone Mancini. Il blitz che ha portato i presunti narcos ed estorsori del rione Pazzigno alla sbarra era scattato nell’agosto 2019, quando la polizia ha dato esecuzione all’ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti dei presunti affiliati, ritenuti responsabili di associazione finalizzata al traffico di stupefacente, estorsione e armi.

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