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28 Giugno 2023 - 09:03
I giudici dell’Appello spiazzano gli ambientalisti depositando la sentenza prima del nuovo giudizio: scontato il non luogo a procedere
ACERRA. Vertenza confisca ai Pellini: depositata dai giudici dell’ottava sezione della Corte di Appello di Napoli, la sentenza di confisca dei beni. Scontato quindi il provvedimento atteso per il prossimo 13 luglio, “di non luogo a procedere” sulla richiesta avanzata dagli avvocati dei germani Pellini, che chiedevano la restituzione del loro patrimonio mobiliare ed immobiliare. Il deposito della sentenza, ha preso letteralmente in contropiede la spaurita pattuglia di ambientalisti acerrani, che nei giorni scorsi, ovvero già oltre il deposito della sentenza, si erano fatti un selfie dinanzi al Ministero della Giustizia, per manifestare tutto il loro dissapore. Peccato che costoro, che continuano a indicare i Pellini come i devastatori dell’agro acerrano, si sono dimenticati di Montefibre & Co, che per oltre un trentennio ha devastato con le loro immissioni in atmosfera l’agro acerrano e non solo, provocando, fame, morte e disperazione.
Ma vi è di più, in questi giorni non si è sentita la loro voce “squillante” per parlare del rinnovo dell’AIA del termovalorizzatore. Tornando alla sentenza, che è stata già notificata agli avvocati dei Pellini, questa è stata depositata lo scorso 19 giugno. Molto probabilmente lo slittamento dell’udienza prevista per il 9 giugno, poi slittata al 13 luglio per malattia di uno dei giudici, era solo il modo semplice e facile per guadagnare tempo, dando comunque la possibilità a qualcuno, di farsi pubblicità a basso costo in vista delle prossime tornate elettorali. In ogni modo non tutto viene per nuocere. Una cosa positiva è comunque venuta fuori, ovvero, che alcuni parlamentari del M5S tirati per la giacca, dimenticando il passato (lo stesso ex ministro all’ambiente, Sergio Costa), hanno gridato al mondo intero che nulla è stato fatto per arginare un disastro ambientale ampiamente annunciato, ma mai debellato.
Per 5 lunghissimi anni anche lo stesso Costa (già comandante provinciale della Forestale napoletana), è stato a capo del Ministero all’Ambiente, senza comunque riuscire ad avviare la bonifica di quei territori, che in tanti dicono devastati, ma che nessuno sarebbe riuscito a bonificare. Acerra, secondo gli ambientalisti sarebbe tra i comuni più devastati sotto l’aspetto ambientale. Questa dichiarazione però, è stata sistematicamente smentita, nel corso degli anni, dagli organismi preposti e poco più di un anno fa dallo stesso presidente della giunta regionale Vincenzo De Luca. Il governatore proprio 14 mesi fa (era il 25 aprile del 2022), nel corso della visita ad Acerra del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, affermò, senza essere stato mai smentito, che Acerra non è una città inquinata.
La realtà non è proprio così. A partire dal 1995,sono state portate alla luce almeno tre mega discariche. La prima si trova in località Calabricito, nell’area del tanto decantato Parco di Suessula. A portarla alla luce furono le dichiarazioni di collaboratore di giustizia. Le indagini coordinate dall’ex sostituto Procuratore di Nola Paolo Itri, permisero di comprendere che nell’ex cava per la macerazione della canapa, vi erano oltre 600mila tonnellate di rifiuti solidi urbani, miscelati a quelli industriali provenienti dal polo chimico Montefibre. Da allora sono passati 28 anni, questi rifiuti sono ancora sotto terra, tra l’indifferenza di tutti i sindaci che hanno governato Acerra dal 95 ad oggi
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