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Tavolino selvaggio, maggioranza divisa

Tavolino selvaggio, maggioranza divisa

NAPOLI. Due delibere approvate in giunta: la prima che stabilisce le nuove regole per l’occupazione di suolo pubblico e per posizionare i dehors all’esterno dei locali e l’altra che prevede la necessità di un’autorizzazione, e non più la sola comunicazione, per le occupazioni di suolo pubblico regolamentate durante la pandemia e prolungate fino al dicembre 2023 dal Governo. Il tutto in un più ampio pacchetto di riforma che verrà completato la prossima settimana con una delibera di tutela della zona Unesco e al termine del quale il sindaco Gaetano Manfredi terrà un momento di presentazione alla città del provvedimento. Per rendere esecutiva la prima delibera, quella che stabilisce il disciplinare per il dehors, però, sarà necessario il passaggio in consiglio comunale. E la maggioranza già mostra numerose divisioni. Da un lato la sinistra, con il gruppo “Napoli solidale, Europa Verde, Difendi la città” che chiede più attenzione per i commercianti, dall’altro il gruppo Pd, spalleggiato con ogni probabilità dal gruppo Manfredi sindaco, pronti a chiedere anche regole più ferree. In mezzo il resto della maggioranza. Su tutti i fronti sono varie le considerazioni: residenti stremati dalla presenza di troppi tavolini su strade e marciapiedi già impercorribili per la marea di turisti e un boom di visitatori ormai costante che sta portando nelle casse degli esercenti tanti soldini una parte dei quali, sostiene chi pende dalla parte dei residenti, potrebbe entrare nelle case del Comune per migliorare i servizi ai residenti penalizzati dal turismo. Ed ecco che già nelle prime note stampa dei consiglieri comunali che reagiscono alla delibera di Giunta si scorgono le prime divisioni. Da sinistra interviene la vicepresidente del consiglio comunale Flavia Sorrentino: «Il commercio è una grande risorsa della città, che attualmente vi basa oltre il 70% della sua economia. Questo si traduce in accoglienza per cittadini e turisti, posti di lavoro, maggiori entrate nelle casse comunali. Per questo motivo da tempo chiediamo una regolamentazione del commercio, basata su norme chiare e su una precisa idea di sviluppo della città. Norme che diano ai residenti e ai turisti la possibilità di evitare di fare lo slalom tra i tavolini selvaggi e agli imprenditori la possibilità di programmare con serenità i propri investimenti e livelli occupazionali. Siamo quindi in vigile attesa dei provvedimenti che l'amministrazione sottoporrà al consiglio comunale, chiarendo però una cosa: il commercio è una risorsa e non un problema.Per cui se da un lato concorreremo di buon grado a migliorare e ad approvare provvedimenti a tutela del commercio sano, dall'altro respingeremo con vigore qualunque atto provi a rendere difficile la vita agli imprenditori onesti che vogliono fare investimenti in città. Chiederemo dunque che venga portato al più presto in consiglio comunale il disciplinare per la definizione dei dehors nel centro storico cittadino, che vengano potenziati gli uffici comunali che lavorano le pratiche in modo da dare risposte in tempi rapidi e certi, che venga istituito un nucleo di polizia locale che effettui controlli giornalieri, stabilendo sanzioni pecuniarie ed accessorie certe per chi non rispetta le regole Una buona amministrazione non deve dichiarare guerre generaliste, ma lavorare di concerto alle associazione di categoria, che in questi anni più di una volta hanno fatto sentire la propria voce, per cancellare quel terreno di ambiguità in cui i commercianti disonesti vengono equiparati a quelli solidi e onesti. Eliminando i primi e foraggiando i secondi, che sono la linfa vitale della nostra città». In casa Pd, invece, si fa sentire la consigliera comunale Mariagrazia Vitelli: «capisco bene il caos ormai insostenibile sul fronte dei tavolini, dei gazebo e dei dehors, spuntati come funghi in ogni quartiere di Napoli. Capisco meno certe polemiche: l'emergenza covid è finita, certe norme erano di giustizia ma anche di buon senso in quella fase, ora Napoli ha bisogno di tornare alla normalità. Nessuna guerra agli operatori economici, solo la necessità di mettere fine ad abusi che, approfittando del regime di occupazione degli spazi all'atto della domanda e non ad autorizzazione avvenuta, hanno alterato vivibilità e decoro già fragili in determinate zone». In questo senso, anche da vicepresidente dell'Osservatorio Unesco, Vitelli sottolinea l'importanza di un'attenzione particolare al centro antico: «L'espansione incontrollata dei tavolini non ha toccato solo le aree pedonali delle aree di movida, ma anche marciapiedi di strade e stradine dei nostri decumani come dei Quartieri Spagnoli. L'identità dei vicoli è stata completamente snaturata, lodevoli quindi le idee tanto di porre un vincolo per le destinazioni d'uso delle attività commerciali in alcune strade, quanto quella di varare un piano per i dehors, in entrambi i casi di concerto con Regione e Soprintendenza».

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