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13 Luglio 2023 - 10:43
Assalti armati, Vincenzo Esposito “’o francese” agiva nonostante fosse ai domiciliari
NAPOLI. Usciva di mattina mentre era ai domiciliari per compiere rapine, in un caso truccato e vestito da donna. Ma quando il re dei travestimenti pensava di averla fatta franca gli è caduta sulla testa una nuova tegola giudiziaria: così Vincenzo Esposito “’o francese”, 59enne del rione Sanità, vede ancora di più allontanarsi il giorno della libertà. È uno dei 7 destinatari dell’ordinanza di custodia cautelare eseguita lunedì scorso dai poliziotti dell’“Antirapina” della Squadra mobile della questura: tutti arrestati tranne uno.
Sono accusati di aver assaltato uffici postali e banche e c’era anche lui tra gli esecutori di tre degli otto episodi ricostruiti dagli investigatori guidati dal dirigente della Mobile Alfredo Fabbrocini e cocordinati dal vice questore Antonio Serpico. Le indagini, svolte dalla Squadra mobile di Napoli e dal commissariato Portici-Ercolano con il coordinamento della procura ordinaria, sono state avviate dopo la rapina all’ufficio postale di Ercolano, nel febbraio 2022. L’analisi dei filmati, estratti dai sistemi di videosorveglianza, e le successive intercettazioni telefoniche e ambientali effettuate all’interno delle autovetture utilizzate per i colpi, hanno consentito l’emissione del provvedimento restrittivo.
Così sono stati individuati gli autori di sei raid postali e due bancari per un bottino complessivo di 600mila euro. Gli eventi erano preceduti da preliminari e accurati sopralluoghi mentre l’esecuzione avveniva attraverso travisamenti originali, anche con l’utilizzo di abiti femminili. In tre episodi è emersa responsabilità di Vincenzo Esposito, che in quel periodo non poteva muoversi da casa se non per emergenze o su autorizzazione del giudice di Sorveglianza. Il caso giudiziario di Vincenzo Esposito è più unico che raro. Vincenzo Esposito “’o francese”, napoletano del rione Sanità, considerato il re dei travestimenti e dei colpi in banca.
Indagato in stato d’arresto per il clamoroso furto del quadro “Salvator Mundi” nella Basilica Maggiore, gli erano stati concessi i domiciliari. Ma a marzo scorso, in esecuzione di una condanna record a 25 anni e 4 mesi di reclusione per associazione per delinquere finalizzata alle rapine e detenzione di armi (sempre a scopo di minaccia e non per ferire), era tornato dietro le sbarre per il residuo di pena da scontare: poco meno di 20 anni. In passato frequentava il gruppo degli Stolder specializzato nel penetrare in istituti di credito o uffici postali, ma mai come organico al clan.
Inizialmente il più geniale tra i rapinatori napoletani non si fece trovare a casa: non aveva nessuna voglia di tornare dietro le sbarre per uscirvi chissà quando. Ma i poliziotti lo rintracciarono e lo arrestarono dopo un mese e mezzo di latitanza. Sulla sua testa è anche pendente il procedimento penale scaturito dal furto del dipinto, per il quale lui e i complici avrebbero chiesto aiuto a Maria Licciardi per piazzarlo sul mercato nero e guadagnare il più possibile. Ma la ras di Secondigliano non ne fece nulla.
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