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I raid in banca vestito da donna

I raid in banca vestito da donna

Assalti armati, Vincenzo Esposito “’o francese” agiva nonostante fosse ai domiciliari

NAPOLI. Usciva di mattina mentre era ai domiciliari per compiere rapine, in un caso truccato e vestito da donna. Ma quando il re dei travestimenti pensava di averla fatta franca gli è caduta sulla testa una nuova tegola giudiziaria: così Vincenzo Esposito “’o francese”, 59enne del rione Sanità, vede ancora di più allontanarsi il giorno della libertà. È uno dei 7 destinatari dell’ordinanza di custodia cautelare eseguita lunedì scorso dai poliziotti dell’“Antirapina” della Squadra mobile della questura: tutti arrestati tranne uno.

Sono accusati di aver assaltato uffici postali e banche e c’era anche lui tra gli esecutori di tre degli otto episodi ricostruiti dagli investigatori guidati dal dirigente della Mobile Alfredo Fabbrocini e cocordinati dal vice questore Antonio Serpico. Le indagini, svolte dalla Squadra mobile di Napoli e dal commissariato Portici-Ercolano con il coordinamento della procura ordinaria, sono state avviate dopo la rapina all’ufficio postale di Ercolano, nel febbraio 2022. L’analisi dei filmati, estratti dai sistemi di videosorveglianza, e le successive intercettazioni telefoniche e ambientali effettuate all’interno delle autovetture utilizzate per i colpi, hanno consentito l’emissione del provvedimento restrittivo.

Così sono stati individuati gli autori di sei raid postali e due bancari per un bottino complessivo di 600mila euro. Gli eventi erano preceduti da preliminari e accurati sopralluoghi mentre l’esecuzione avveniva attraverso travisamenti originali, anche con l’utilizzo di abiti femminili. In tre episodi è emersa responsabilità di Vincenzo Esposito, che in quel periodo non poteva muoversi da casa se non per emergenze o su autorizzazione del giudice di Sorveglianza. Il caso giudiziario di Vincenzo Esposito è più unico che raro. Vincenzo Esposito “’o francese”, napoletano del rione Sanità, considerato il re dei travestimenti e dei colpi in banca.

Indagato in stato d’arresto per il clamoroso furto del quadro “Salvator Mundi” nella Basilica Maggiore, gli erano stati concessi i domiciliari. Ma a marzo scorso, in esecuzione di una condanna record a 25 anni e 4 mesi di reclusione per associazione per delinquere finalizzata alle rapine e detenzione di armi (sempre a scopo di minaccia e non per ferire), era tornato dietro le sbarre per il residuo di pena da scontare: poco meno di 20 anni. In passato frequentava il gruppo degli Stolder specializzato nel penetrare in istituti di credito o uffici postali, ma mai come organico al clan.

Inizialmente il più geniale tra i rapinatori napoletani non si fece trovare a casa: non aveva nessuna voglia di tornare dietro le sbarre per uscirvi chissà quando. Ma i poliziotti lo rintracciarono e lo arrestarono dopo un mese e mezzo di latitanza. Sulla sua testa è anche pendente il procedimento penale scaturito dal furto del dipinto, per il quale lui e i complici avrebbero chiesto aiuto a Maria Licciardi per piazzarlo sul mercato nero e guadagnare il più possibile. Ma la ras di Secondigliano non ne fece nulla.

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