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15 Luglio 2023 - 09:46
NAPOLI. Importante sentenza di primo grado a carico di sei imputati definiti allora “ i bombaroli” di Ponticelli legati al clan De Luca Bossa. Anche se le condanne sono state leggermente inferiori alle richieste del pubblico ministero, i giudici del tribunale di Napoli hanno comunque usato il pugno duro nei confronti di Chiristian Marfella (pena di 9 anni rispetto ai 12 invocati dal pm); Luca Concilio (9 invece di 12); Ciro Flauto (6 rispetto agli 8 chiesti per lui); Lorenzo Valenzano (9 invece di 12); Annamaria Amitrano (6 di fronte agli 8 chiesti dal pubblico ministero); Alessandro Ferlotti (9 a fronte dei 12 richiesti dalla pubblica accusa). Avrebbero compiuto nella notte del 23 luglio 2022 ben tre attentati in diversi punti del quartiere sotto l’influenza dei De Micco. Le indagini presero spunto da una clamorosa intercettazione ambientale. «Christian Marfella è uscito ed è venuto a fare il b... a noi. Quelli di sopra le case (lotto 0, ndr) sono andati a sparare prima al corso Ponticelli e poi sono arrivati qua sotto». Mancavano pochi minuti all’una del 23 luglio 2022 quando la microspia in casa di Ciro Naturale “’o mellone”, legato ai De Micco e vittima di un agguato sabato scorso, fornì il primo spunto per scoprire presunto mandante e presunti autori della bomba fatta appena esplodere in via Virginia Wolf a Ponticelli. Commentavano l’accaduto, indicando chiaramente il clan De Luca Bossa, la moglie del ras, i figli e un fratello del padrone di casa in quel momento assente. Altre conversazioni captate a carico degli affiliati a Christian Marfella portano alla stessa conclusione e così a gennaio scorso finirono in manette in sei: Marfella, 28enne nipote del boss Antonio De Luca Bossa, alias “Tonino ’o sicc”; Concilio, detto “Luchetto”, 39 anni; Ferlotti, 30; Valenzano “’o cacaglio”, 29enne; Flauto, 20 anni; Amitrano, 41enne soprannominata “’a bambola di pezza”, sorella del più noto Domenico “’o pop”. Tutti da considerare innocenti fino all’eventuale condanna definitiva. La guerra tra i De Micco e i De Luca Bossa, raggiunse il clou l’estate scorsa a colpi di agguati e bombe. In via Virginia Wolf ne scoppiarono tre: una lanciata nella Jeep Renegade della moglie di Naturale (cognato di Pasquale Scognamillo “Bombò”, a sua volta legato da vincoli familiari acquisiti con i De Micco); un’altra sotto casa di Marfella nel rione Lotto 0 e l’ultima, intorno alle 3, in via Pacioli, sempre zona De Micco. La prima in particolare fu tremenda, provocando la distruzione di ben cinque autovetture. A rappresentare un forte indizio a carico del gruppo di Marfella c’era pure una telefonata di Ferlotti alla fidanzata pochi minuti dopo l’attentato alla Jeep. « Amò…io ho arrevotato la Campania».
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