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16 Luglio 2023 - 09:15
NAPOLI. Con la convalida da parte del gip del fermo a carico di Simone Isaia per il fuoco appiccato alla “Venere degli stracci”, si chiude la prima fase delle indagini preliminari nel procedimento penale per incendio doloso e distruzione di bene culturale. Il 32enne del centro storico di Napoli, poi trasferitosi a Casalnuovo ma cittadino del mondo con la predilezione per Amsterdam, è l’unico indagato e tale condizione lo accompagnerà presumibilmente fino al processo. I poliziotti della Squadra mobile della questura (dirigente Alfredo Fabbrocini, vice questore Antonio Serpico) lo hanno incastrato grazie ai 15 secondi del filmato della videosorveglianza in cui si vede un uomo, vestito in maniera identica a Isaia nel momento del fermo (8 ore dopo in via Marina), che con un accendino dà alle fiamme l’opera di Michelangelo Pistoletto installata a giugno scorso. Poi si allontana con passo normale, solo, così com’era arrivato. Sia alla polizia giudiziaria che al pm e al gip il 32enne ha continuato a negare di essere lui il piromane. Le immagini rappresentano un indizio molto importante, spesso in grado da sole a far scattare una condanna. Ma naturalmente Simone Isaia deve essere considerato innocente fino alla sentenza definitiva. È incensurato ed è conosciuto come frequentatore della movida dell’”Orientale”, quando sta a Napoli, presente in ambienti alternativi e condivisore di teorie complottiste postate sul suo profilo Facebook. Vi compaiono anche frasi apparentemente senza senso e ciò ha fatto pensare agli investigatori che si trovi in una condizione di confusione mentale. Fino a 4 anni fa lavorava come garzone in un bar di via Chiaia e ancora oggi, a distanza di giorni dall’evento, non si riesce a capire cosa lo abbia portare a distruggere la “Venere degli stracci”. Dopo l’appello del sindaco Gaetano Manfredi e l’apertura ufficiale del crowdfunding monta la polemica. Fabrizio Luongo, vice presidente di Casartigiani chiede la stessa dignità, «lo stesso scatto di orgoglio e riscatto dimostrati dal sindaco anche per le tante opere d'arte rubate vilmente dal quadrato degli uomini illustri del cimitero monumentale di Poggioreale» dice lanciando l'SoS sulla condizione in cui si trova l'area. Anche Gianfranco Gallo, volto noto del cinema, del teatro e della televisione, ricorda dalla sua pagina su Facebook che «per la copia resa famosa dal clochard» abbiamo pagato «circa 170mila euro, 140mila euro da città metropolitana per “Prestazione di servizi ricreativi e culturali per il progetto Accade a Napoli”, Meraviglioso! 21.960 dal Comune per "Attività di promozione artistica e culturale" Super meraviglioso! Ora vogliono pure fare una raccolta fondi per Pistoletto e co. Giustamente senza Venere a Napoli non c'è roba che possa promuovere l'immagine della città. Andai a proporre degli spettacoli e una mostra per il bicentenario di Antonio Petito, la più importante figura del teatro di Napoli, il più grande Pulcinella della storia, non trovarono 30mila euro. Un eroe, un eroe, altro che! A questo punto mi piacerebbe che ci fosse un organo di controllo attivo e libero che possa spiegarci se è proprio solo follia o se c'è altro». Insomma la Venere fa parlare di sè anche al di là del mero aspetto giudiziario.
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