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17 Luglio 2023 - 09:20
NAPOLI. La prima fuga di Antonio Capo (nella foto), il latitante preso dalla polizia a Mondragone sabato scorso, risale a una ventina d’anni fa. E fu clamorosa perché l’allora minorenne dei Quartieri Spagnoli scappò da una comunità per tornare a casa, dove l’ispettore Salvatore Bosco del commissariato Montecalvario (guidato dal dirigente Maurizio Agricola, oggi questore di Napoli) lo rintracciò in tarda serata. Era inverno e si avvicinava il Natale, cosicché il ragazzo fu trovato intento a fare il presepe nell’abitazione di via Laura Oliva Mancini. Latitante da due mesi dopo aver strappato il braccialetto elettronico, Antonio Capo si nascondeva a Mondragone ed era inseguito da due provvedimenti restrittivi. Si trovava da solo quando, l’altra sera, sono piombati su di lui i poliziotti del commissariato San Ferdinando (guidato dal dirigente Stanislao Caruso). Era in un appartamento preso in fitto sotto falso nome e si è arreso tranquillamente apprendendo poi, dopo aver letto gli atti giudiziari che gli sono stati notificati, che dovrà rispondere anche di un’altra rapina di Rolex compiuta nel nord Italia, precisamente a Riccione. È difeso dall’avvocato Luigi Poziello, che gli ha fatto ottenere una pena mite in un recente processo a carico. Antonio Capo si trovava agli arresti domiciliari, con il braccialetto elettronico, quando ruppe la misura cautelare attenuata per diventare uccel di bosco. Ma gli investigatori di San Ferdinando non hanno mai mollato la presa e per il 37enne di via Laura Oliva Mancini ai Quartieri Spagnoli la fuga è finita in provincia di Caserta. È sospettato di aver partecipato a due colpi simili: uno a Riccione e l’altro a Parma, tra il 2021 e il 2022 portando via un Rolex di valore e fallendo nell’altro tentativo. Ma nessuna sentenza definitiva è stata emessa nei suoi confronti, per cui deve essere considerato innocente fino a un’eventuale condanna passata in giudicato.
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