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18 Luglio 2023 - 12:14
ACERRA. Ghigliottinato in modo definitivo il cartello criminale Andretta-Avventurato che dal maggio del 2020 aveva preso le redini del malaffare in città. All’alba di ieri, i carabinieri del nucleo investigativo del Gruppo di Castello di Cisterna, diretti dal maggiore Andrea Coratza, hanno dato esecuzione ad un provvedimento cautelare (ordinanza a catena), che ha portato in cella quelli che erano i gregari del gruppo. Due le persone che sono sfuggite alle manette: Andrea Aloia, meglio noto con il soprannome di “’O Frat ro cinese”, nonché cognato di Bruno Avventurato, ritenuto il capo promotore del cartello degli Avventurato. Ovviamente è necessario fare la solita premesas, ovvero per tutti gli attuali indagati, vale comunque ed in ogni modo la presunzione d’innocenza fino a condanna definitiva passata in cosa ingiudicata. Bruno Avventurato, il ras degli Avventurato è stato condannato (in primo grado), a trent’anni di carcere per l’omicidio di Pasquale Tortora, alias “ Pascal o Stagnar” ucciso in un vero e proprio agguato di camorra il 20 maggio del 2020, da un commando di sicari al soldo di Bruno Avventurato e Cosimo Nicolì. Durante le perquisizioni eseguite nel blitz di ieri mattina, i carabinieri hanno rinvenuto e sequestrato 31 dosi di crack e 3 di hashish, materiale per il confezionamento delle dosi e 3.445 euro in contante ritenuto provento illecito. Droga e denaro erano nelle disponibilità di Sarangela Fortunato e Vincenzo Fuiano . Cinquanta dosi di cocaina e un pezzo di hashish di 11 grammi sono stati trovati nella disponibilità di Giovanni Di Matteo. Anche lui destinatario della misura cautelare. Nel corso dell’articolata attività indagine coordinata dalla Dda di Napoli, tutto l’interesse investigativo è stato focalizzato attorno all’intero nucleo familiare di Salvatore Andretta. Oltre al figlio Andrea (già condannato in primo grado a quattro anni di reclusione), finisce in carcere il fratello Diego ed il figlio Giovanni. L’ordinanza cautelare che porta la firma del giudice delle indagini preliminari Rosamaria De Lillis, è stata voluta dal pm della Dda Giuseppe Visone, da tempo sul malaffare acerrano. Le accuse, a vario titolo, vanno dallo spaccio di sostanza stupefacente all’estorsione ed usura. Con quest’ordinanza, che è certamente il seguito di quella che all’inizio dell’anno portò in cella Salvatore Andretta ed il figlio Andrea, si chiude il cerchio attorno ai due unici cartelli criminali rimasti operativi sul territorio. Vitale è stata la collaborazione dei collaboratori di giustizia Gennaro Pacilio, Giancarlo Avventurato, che hanno dato vita ad una cosiddetta “chiamata incrociata”, chiudendo il cerchio attorno al cartello criminale. Nell’indagine è rimasta coinvolte anche una donna, Sarangela Fortunato, ovvero la figlia di Domenico Fortunato, noto con il soprannome di “’O scugnato”, un uomo dei Nuzzo, ucciso diversi anni fa nel pieno centro di Caivano a colpi di calibro 45. La donna - per la quale vale comunque ed in ogni modo la presunzione d’innocenza - è stata sottoposta agli arresti domiciliari. È accusata di aver acquistato da Salvatore Andretta, per rivenderle a terzi, diverse decine di chili di sostanza stupefacente. La donna, che è la sorella di Enzo Topa, secondo l’accusa, avrebbe gestito, con la complicità di un’altra donna, una piazza di vendita di stupefacente all’interno del rione San Cuono, utilizzando giovani pusher per consegnare la droga. In questa ordinanza, si parla anche degli spari contro l’abitazione dell’assessore Milena Petrella. A dare l’ordine di sparare, secondo gli inquirenti, sarebbe stato proprio Salvatore Andretta. Sottoposta ad estorsione anche la piazza di spaccio ritenuta gestita da Sarangela Fortunato e Vincenzo Fuiano, che sarebbero stati costretti a pagare 400 euro ogni settimana ad Antonio Carofaro e Vincenzo Capone per continuare a gestire l’illecita attività di spaccio. Decisamente interessante la posizione di Vincenzo Capone, conosciuto con il soprannome di “Enzuccio ’o Tor”, uno storico personaggio del malaffare acerrano, venuto di recente alla ribalta della cronaca anche per una vicenda di usura, che potrebbe sconvolgere ( e non poco), anche il panorama politico acerrano.
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