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Ordini e minacce dal carcere, sette arresti nel clan Giannelli

Ordini e minacce dal carcere, sette arresti nel clan Giannelli

NAPOLI. Alleato dei Licciardi, di Massimiliano Esposito “’o scognato” fino a novembre 2022, in buoni rapporti con i Sorianiello e i Mazzaccaro del rione Traiano e a fasi alterne in contrasto con i Calone-Esposito-Marsicano di Pianura. Alessandro Giannelli, ras di Cavalleggeri d’Aosta che si è fatto le ossa con il boss Domenico D’Ausilio “’o sfregiato”, dal carcere di Voghera era attivissimo dirigendo le operazioni per mantenere il controllo del territorio e cercando di espandersi nelle zone vicine. Aveva escogitato un sistema per evitare anche l’intercettazione via telefonino, ma una microspia piazzata in cella lo ha incastrato. Così è partita l’inchiesta della Dda, su indagini della polizia, culminata ieri mattina in sette arresti per (a seconda delle posizioni) associazione di tipo mafioso, detenzione e porto di armi da fuoco, detenzione illecita di sostanze stupefacenti, danneggiamento, incendio e accesso indebito a dispositivi idonei alla comunicazione. Uno è latitante mentre il bilancio comprende due indagati a piede libero, tra cui l’unica donna: Zelinda Piscopo, accusata di detenzione di una mitragliatrice con altri. Nell’indagine sono coinvolti il fratello del capo, Giuseppe Giannelli, e Maurizio Quotidiano, figlio di Pasquale Quotidiano “Kalibù”, personaggio storico della malavita di Bagnoli. L’inchiesta è nata (come spieghiamo meglio a parte) da una doppia vicenda sentimentale che coinvolge i Giannelli e provoca una denuncia in questura per minacce. Da quel momento i poliziotti della sezione “C.O” della Squadra mobile della questura (dirigente Alfredo Fabbrocini, vice questore Andrea Olivadese) con i colleghi dei commissariati San Paolo (dirigente Stefano Spagnuolo) e Bagnoli (dirigente Alberto Mannelli) hanno monitoraCAMORRA Incendi e armi da guerra, svelata la guerra contro i Marsicano di Pianura Ordini e minacce dal carcere, sette arresti nel clan Giannelli to Alessandro ricostruendo una serie di episodi collegati alla malavita dell’area flegrea o a vicende interne: contrasti con i figli di Massimiliano “’o scognato” (all’epoca agli arresti domiciliari a Scalea), Cristian Esposito e Massimiliano Esposito junior; al litigio telefonico con Emanuele Marsicano che chiuse la chiamata con la frase “levati davanti al cesso” e poi spiegò che non sapeva di parlare con Alessandro Gianelli, arrabbiatissimo e pronto a vendicare con le armi l’offesa; all’incendio doloso a un’abitazione di via Bagnoli attigua a quella di Imma Maiorino, donna della quale il capoclan di Cavalleggeri voleva vendicarsi; l’aggressione del 24 settembre 2022 di un clan avverso a Marco Assalto per la gestione della piazza di spaccio di via Cesare Fera; l’azione di fuoco del 29 settembre 2022 in via Jose Maria Escrivà, contro un’autovettura riconducibile agli oppositori, nonché la “stesa” compiuta del 19 ottobre 2022 in via di Niso contro l’abitazione di un nemico di camorra. Sono infine state ricostruite le numerose aggressioni nei confronti di parcheggiatori abusivi di Bagnoli, come è successo il 24, il 25 e il 27 settembre 2022 in via Cattolica e in via Coroglio, nonché quella del 6 ottobre successivo in viale Giochi del Mediterraneo.

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