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22 Luglio 2023 - 09:17
NAPOLI. La bonifica dell’ex campo rom a Barra recentemente andato a fuoco, secondo i calcoli di Asìa, costerebbe circa 4,3 milioni di euro. Ma ad oggi quei soldi non ci sono e reperirli appare impresa improba. E così, mentre centinaia di migliaia di persone di Napoli Est hanno respirato per giorni diossina sprigionatasi dopo l’incendio dei rifiuti dell’area di via Mastellone del 18 luglio, la possibilità di pulizia dei materiali bruciati si dissolve nella nube degli ostacoli economici. Vincenzo Santagada, l’assessore all’Ambiente intervenuto ieri in commissione consiliare sulla vicenda di via Mastellone, ricorda: «Un preventivo di Asìa Napoli, risalente al 10 maggio scorso (quindi prima dell’ultimo rogo), ha calcolato per la bonifica dell’ex campo rom di Barra una cifra di 4 milioni e 345mila euro, da richiedere a un ente sovraordinato». L’ente sovraordinato a cui fa riferimento Santagada è la Regione Campania, a cui si è rivolto il Servizio Igiene del Comune.
Palazzo Santa Lucia, però, non ha acconsentito all’esborso. Motivo? Stando a quanto riferito proprio da Santagada, per la bonifica dell’ex campo rom di via Mastellone non sarebbe possibile agganciarsi al progetto dell’Ente d’Ambito Napoli (EDA) Napoli 1 per il servizio di gestione integrata dei rifiuti urbani ATO Napoli 1. Dunque, in sostanza, la Regione Campania quei 4,3 milioni di euro non li darebbe così come già chiarito sia l’anno scorso che più di recente. Asìa Napoli e il Comune sperano comunque di poter contare sulla Regione e a tal proposito verrà ricostituito un tavolo tecnico. Una possibile alternativa per la fonte di finanziamento arriva dalla proposta Movimento 5 Stelle. Patrizio Gragnano consigliere pentastellato alla Sesta Municipalità. Ieri, venerdì «ci siamo recati in via Mastellone con gli onorevoli Marianna Ricciardi e Dario Carotenuto per un sopralluogo e strutturare insieme ai cittadini un’interrogazione parlamentare.
Attraverso quest’atto, vogliamo chiedere al Parlamento di compartecipare alla spesa per la bonifica dell’area». Gragnano aggiunge: «Abbiamo ottenuto un intervento straordinario su tutta la zona con automezzi a schiuma e acqua al fine di evitare il veicolare di polveri sottili, a partire già dalla serata di venerdì». Una buona notizia arriva intanto sul fronte dell’inquinamento. Secondo quanto riferito dall’ Arpac, i limiti consentiti dopo le prime ore dell’incendio del 18 luglio si sono progressivamente attenuati. Ad attestarlo, le centraline piazzate nei pressi della vecchia struttura di via Mastellone. A seguito dei rilievi del 19 e 20 luglio relativo al secondo campionamento, spiega Arpac in una nota, è venuta fuori “una concentrazione diossine e furani pari a 0,018 picogrammi per normal metro cubo in termini di tossicità totale equivalente inferiore al valore di riferimento. In esito al precedentemente campionamento (18-19 luglio) era stato riscontrato un valore di 1,65’’ di picogrammi’’.
L’andamento, “dopo gli iniziali aumenti’’ è perciò tornato “ampiamente sotto i valori di riferimento superate le 24 ore dall’avvio dell’evento’’. Tra le richieste dei consiglieri come il presidente della commissione Ambiente Carlo Migliaccio e Massimo Cilenti, quelle di un presidio fisso dell’Esercito e il montaggio di alcune telecamere di videosorveglianza. A questo si aggiungerebbe l’installazione di cancelli d’ingresso, per la verità già montati in precedenza.
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