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Inferno di fiamme a Nisida

Inferno di fiamme a Nisida

NAPOLI. Ancora una giornata infernale, nel senso letterale del termine, all’interno del carcere minorile di Nisida, dove alcuni detenuti hanno appiccato il fuoco rischiando di distruggere un intero reparto, oltre che di causare numerose vittime L’estate rovente preannunciata sei giorni fa dal Sappe inizia dunque a materializzarsi. Lo afferma il coordinatore regionale Minori per la Campania Federico Costigliola che descrive quanto accaduto ieri. «Nelle prime ore del pomeriggio, un detenuto ha dato fuoco alla propria cella utilizzando il materasso, i vestiti e lo stendino in plastica presente in essa. Il fumo irrespirabile ha avvolto l’intero reparto detentivo e solo grazie al pronto intervento del personale di polizia penitenziaria in servizio si é riusciti a evitare il peggio. Infatti, gli agenti, utilizzando anche le maschere antigas, sono riusciti a portare fuori dal reparto detentivo tutti i detenuti presenti e a domare le fiamme anche se tre agenti sono rimasti intossicati e son dovuti ricorrere alle cure mediche del nosocomio più vicino, riportando tutti una prognosi di sette giorni. Sul posto sono poi intervenuti i vigili del fuoco che hanno dichiarato l’inagibilità del reparto coinvolto dall’incendio», conclude il sindacalista Costigliola. Il Sappe esprimendo la propria vicinanza ai colleghi intossicati e il proprio plauso al personale in servizio, ritiene doveroso «evidenziare che l’ipm di Nisida ospita circa 20 detenuti di origini straniere, per lo più magrebini, su una conta totale di circa 55 detenuti, quasi tutti con problemi psichiatrici, ed é proprio la gestione di questo tipo di utenza che sta creando serie problematiche al personale di polizia penitenziaria di Nisida. Con la riapertura dell’ipm di Treviso e con il rientro in sede disposto dal Dipartimento degli agenti di polizia penitenziaria precedentemente distaccati a seguito della chiusura di questo ipm, sarebbe il caso che il Dipartimento preveda il rientro nella struttura anche di quei detenuti stranieri, ora presenti a Nisida che, nel rispetto della propria territorialità, vengano riassegnati all’istituto di Treviso». Appena pochi giorni fa un altro grave episodio era stato registrato nel carcere di Nisida. Un detenuto straniero, nel ricevere un diniego alla richiesta di alimenti in orario non consentito, si procurava dei tagli al corpo. Il personale di polizia penitenziaria in servizio, nell’entrare in cella per prestare soccorso al detenuto, veniva improvvisamente aggredito tanto che i due agenti intervenuti sono dovuti ricorrere alle cure mediche del nosocomio più vicino riportando entrambi una prognosi di diversi giorni. «Ciò che va inevitabilmente evidenziato - commentava il Sappe - è che nella serata di sabato, non era stata prevista la sorveglianza generale e a svolgere mansioni di preposto vi era un unità di polizia penitenziaria donna che ha riscontrato non poche difficoltà di intervento». Ferma la denuncia di Costigliola: «É evidente che la gestione del personale di polizia penitenziaria operante nel carcere minorile di Nisida presenta notevoli lacune».

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