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25 Luglio 2023 - 07:30
NAPOLI. Trovare una casa in affitto a Napoli è diventata un’impresa quasi impossibile. In centro città, poi, si potrebbe anche eliminare il “quasi”. Anzi, capita sempre più spesso che chi già vive in centro città debba sopportare improvvisi aumenti di prezzi del canone d’affitto trovandosi praticamente costretto ad andare via. È la realtà che vive la Napoli sempre più turistificata. Non soltanto sensazioni ma anche numeri.
I DATI. Il portale immobiliare Idealista ha analizzato gli annunci pubblicati sul portale nell’ultimo anno riguardo agli affitti. Ebbene a Napoli sono praticametne dimezzati. L’offerta è crollata del 48%. E le case vanno a ruba. Lo stock dell’ultimo anno è stato polverizzato per il 28%. Dati che Napoli convidide con le altre grandi città. Napoli guida la classifica del calo dell’offerta con una percentuale uguale a quella di Firenze. Seguono Roma (-46%) e Genova (-41%). Verona segna un calo del 22%, seguita da Torino (-18%), Milano (-12%). L'unico dei grandi mercati che ha visto una variazione positiva dello stock locativo nell'ultimo anno è Bologna, con un incremento del 4%. Cifre che sono legate, incontestabilmente, all’incredibile incremento di B&B in città.
L’ALLARME DEL SINDACO. «È necessaria una legge nazionale che regoli gli affitti brevi e i B&B. Ci vuole una legge che limiti questo numero e li regoli per gestire al meglio il centro della città», ha ribadito ancora una volta ieri il sindaco di Napoli Gaetano Manfredi. Parlando del boom di visitatori in città, l’ex rettore ha aggiunto: «Il successo turistico è stato precedente al boom calcistico. Napoli è una città molto attrattiva che ha grandi bellezze, grande capacità di interpretare quello che è il mondo di oggi, perché è una città vera, fatta di persone, storie, anima. Il nostro compito, adesso, è di preservare questa identità, che non venga stravolta da troppo turismo ma che riesca a trasformarsi in maniera positiva, modernizzandosi e con uno sguardo rivolto verso il futuro».
GLI STUDENTI. Il nodo riguarda anche gli studenti che cercano le stanze. Basti ricordare la protesta delle tende di qualche mese fa. Da ex ministro dell’Università, il sindaco parla anche di questo tema: «Fino a prima della pandemia, a Napoli, avevamo pochi posti letto, ma anche i pochi che avevamo restavano vuoti perché i ragazzi non volevano andare nelle residenze universitarie perché o si prende il posto letto o la borsa di studio. Era molto più conveniente prendere la borsa di studio e fittare una stanza. Poi, improvvisamente, la città è cambiata. Abbiamo, adesso, quei problemi che altre grandi città universitarie hanno affrontato dieci anni fa, facendo una politica di residenze universitarie. In questo, siamo un po' in ritardo. Da un lato - conclude il sindaco - ci vorrebbe, ma non dipende da me, un'azione di sostegno economico specifico sulla residenzialità. Poi dall'altro, vanno realizzate residenze universitarie e abbiamo iniziate a farle ma ci vuole un po' di tempo».
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