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Agguato in refettorio, detenuto sfregiato a Nisida

Agguato in refettorio, detenuto sfregiato a Nisida

NAPOLI. Da giorni, forse da settimane, covava un rancore insanabile. Lontano da occhi indiscreti aveva preparato un coltello artigianale sciogliendo una penna in plastica alla quale aveva attaccato un pezzo di ferro limato. Un’arma potenzialmente micidiale, che non ha esitato a utilizzare alla prima occasione utile: il momento della cena. L’istituto minorile di Nisida, a meno di ventiquattro ore dal rogo che ha quasi distrutto un intero reparto, diventa sempre più una polveriera. Protagonista dell’ennesima, torbida vicenda, un detenuto 17enne di origini magrebine che, per motivi ancora tutti da chiarire, ha brutalmente aggredito un altro ristretto, un egiziano, sfregiandolo al volto. L’accoltellamento non ha avuto esiti ancora più infausti solo grazie al tempestivo intervento della polizia penitenziaria, che in pochi istanti ha bloccato il balordo ed evitato che altri detenuti partecipassero alla rissa. Ancora una giornata di caos e follia, dunque, nel carcere minorile di Nisida. La denuncia arriva, ancora una volta, dal Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria Sappe, per voce del coordinatore regionale per la Campania Federico Costigliola: «Verso le 19, durante la permanenza dei detenuti in refettorio per la consumazione del vitto, un detenuto magrebino, eludendo con destrezza i controlli del personale di polizia penitenziaria, raggiungeva alle spalle un detenuto di origini egiziane e lo sfregiava al volto con un taglierino costruito autonomamente». «Prontamente - aggiunge il sindacalista - il personale in servizio riusciva a bloccare il detenuto marocchino, a mettere in sicurezza il locale refettorio e ad accompagnare il detenuto egiziano presso la locale infermeria per le cure del caso. È stata davvero una questione di millimetri ad aver salvato la vita al detenuto egiziano, il cui taglio subito ha letteralmente sfiorato l’arteria facciale ed é stata davvero una fortuna che un’azione del genere si sia consumata nei confronti di un altro detenuto e non nei confronti del personale di polizia penitenziaria in servizio o del personale presente in istituto a qualsiasi titolo». Impietosa la denuncia di Costigliola: «Ciò che é accaduto accende nuovamente i riflettori sulle difficoltà che un istituto come Nisida, sta riscontrando nella quotidiana gestione di un’utenza, quella straniera proveniente dagli Istituti del Nord Italia, caratterizzata da problematiche di tipo psichiatrico. Il Sappe ancora una volta vuole evidenziare il lodevole lavoro svolto dal personale di polizia penitenziaria in servizio che si fa carico delle evidenti carenze gestionali che stanno caratterizzando l’istituto, infatti, ancora una volta, nonostante i continui eventi critici che si stanno susseguendo e le numerose rimostranze avanzate da questa sigla sindacale, tra il personale comandato di servizio, non era prevista la figura della Sorveglianza Generale». Da qui, la richiesta del Sappe al Dipartimento della giustizia minorile di prevedere celermente un corposo rientro dell’utenza straniera negli istituti dai quali quest’utenza proviene.

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