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Vescovo di Acerra: no a quarta linea del termovalorizzatore

Vescovo di Acerra: no a quarta linea del termovalorizzatore

«La Regione Campania abbandoni con provvedimento scritto il progetto di una quarta linea dell'inceneritore». Così il vescovo di Acerra, monsignor Antonio Di Donna, sulla realizzazione di una quarta linea nel termovalorizzatore nella città in provincia di Napoli.

«Ancora una volta - scrive monsignor Di Donna - diamo voce allo sgomento dei cittadini di Acerra per il reale pericolo di realizzazione della quarta linea dell'inceneritore. La paura di un ampliamento dell'impianto, che da anni ci accompagna e mai concretamente smentita, si è acuita il 14 luglio, dopo un provvedimento approvato dal Consiglio regionale della Campania in questa direzione. Ad esso è seguito il 20 luglio un 'acceso' e monotematico Consiglio comunale. Il 24 luglio la consigliera regionale Vittoria Lettieri ha ricevuto cittadini e comitati per un confronto. L'allarme, la delusione e la rabbia degli acerrani ci spingono a pronunciare una parola netta e chiara». 

Il vescovo si rivolge «anzitutto alla Regione Campania e ai suoi rappresentanti di vertice: la si smetta di dire e di non dire, promettere, rassicurare e prendere impegni per poi smentirli continuamente. Si ammetta il fallimento totale di una politica trentennale e miope della gestione dei rifiuti: è ormai chiaro il disegno che sacrifica Acerra sull'altare dell'emergenza. Si stabilisca nella programmazione dei prossimi anni, e con un provvedimento scritto, ufficiale, che la quarta linea dell'inceneritore non si farà, senza nascondersi dietro il pretesto della manutenzione! Non basta la quantità enorme di rifiuti già bruciati, di cui i cittadini non conoscono la reale entità e la qualità?». 

Monsignor DI Donna rivolge «un'altra parola, decisa, a chi in questo momento ha la grave responsabilità di amministrare e difendere gli interessi della città: abbandonate la recita di un copione già scritto, non allungate l'elenco di chi per troppo tempo ha lasciato che questo territorio diventasse preda di chi ne aveva decretato il destino di 'pattumiera'. Cari amministratori di Acerra, governate sentendo sulla coscienza il peso delle vostre decisioni, anche a rischio dell'emarginazione. E a chi più di ogni altro può agire laddove si decide il destino della città ricordiamo che i voti, per quanto numerosi, sono un attestato di fiducia da onorare con l'impegno serio in difesa della vita e della salute di tutti e niente altro». 

Infine, il vescovo di Acerra si rivolge ai cittadini acerrani: «Svegliati Acerra! Non ti accontentare dei piccoli vantaggi personali. Non credere e cedere a promesse che non superano l'orticello della propria famiglia e degli amici, ma che sacrificano il bene comune. Sogna in grande: rivendica uno sviluppo coerente con la tua vocazione; difendi con i denti la salute e il futuro dei tuoi figli. Soprattutto, lasciati coinvolgere nell'impegno di 'cittadinanza', da protagonisti e non da sudditi. Il vescovo, la Chiesa ti sono vicini, ma tu, cara Acerra, ritrova il coraggio della 'schiena diritta'».

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