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Bar e friggitorie, stop a nuove aperture

Bar e friggitorie, stop a nuove aperture

Solo pastori e presepi a San Gregorio. Manfredi: «Tuteliamo identità della città»

NAPOLI. Stop di 3 anni ai permessi per l’apertura nel centro storico di food and beverage, con l’obiettivo di salvaguardare l’identità del cuore antico della città peraltro patrimonio Unesco. Il sindaco Gaetano Manfredi e l’assessore al Turismo e Attività Produttive Teresa Armato hanno illustrato ieri i dettagli del provvedimento, che sarà adottato in tempi brevi dalla giunta cittadina tramite una delibera. Il piano va ad inserirsi nel percorso già in atto riguardante anche la regolamentazione dell’installazione di dehors e tavolini. La limitazione, con l’impianto concordato con Regione Campania e Soprintendenza ai Beni Paesaggistici riguarderà quelle aree pubbliche che si caratterizzano per il proprio valore archeologico, storico, artistico. Nello specifico, il piano prevede il divieto di apertura a nuove attività produttive con riferimento a quelle della somministrazione di alimenti e bevande. La somministrazione e il commercio, in qualsiasi forma, su area pubblica ad eccezione di eventi patrocinati e/o autorizzati che prevedano l’occupazione di suolo pubblico. Le attività di produzione, preparazione e/o vendita di prodotti alimentari. Infine, il divieto secondo il piano riguarda anche il consumo immediato sul posto per le attività di produzione. Questa nuova fase avrà come principale fulcro, in questo momento iniziale, via San Gregorio Armeno. Nella famosa strada delle botteghe dei pastori (ma non solo) ci sarà il divieto di apertura di nuove attività non rientranti tra quelle di produzione e vendita di prodotti richiesti dagli operatori iscritti all’albo degli artigiani per la lavorazione dei pastori. Il piano ha anche delle eccezioni, eccole: i divieti non riguarderanno le attività di somministrazione in istituti e luoghi di cultura. Somministrazione e vendita all’interno di librerie, teatri, cinema e musei se in forma accessoria. Nelle stazioni e nei mezzi di trasporto pubblico. E ancora: aree catering, strutture ricettive e alberghiere. Il divieto, sottolineatura importante, non varranno per le attività già autorizzate ed esistenti, in quelle ex novo relativi a locali se tra la data di cessazione della precedente attività e quella di nuova apertura la distanza temporale non sia superiore ai 12 mesi e anche ai subingressi sono consentiti solo in caso in cui sussista in capo al soggetto subentrante e al soggetto sostituito la regolarità tributaria nei confronti del Comune. Per subingressi si presumono le nuove aperture entro i 3 mesi dalla cessazione della precedente attività senza variazione del settore merceologico. Infine, il divieto di ampliamento non si applica ai locali storici in cui si svolgano attività di artigianato, commercio e somministrazione. Il sindaco Gaetano Manfredi afferma con convinzione: «Vogliamo che la nostra città conservi le sue caratteristiche e non si creino quei fenomeni distorsivi che ne modifichino la natura. Modificare la natura di Napoli significa non solo perdere la sua identità, ma anche perdere la sua attrattiva». Per Manfredi, «chi viene a Napoli lo fa per la varietà della città, il mix sociale del nostro Centro storico, la varietà dell'offerta commerciale e ricettiva. Se perdiamo questo equilibrio perdiamo anche la capacità attrattiva e paradossalmente non aumentiamo il numero di turisti, ma lo perdiamo. Dobbiamo governare questo processo molto importante, è una grande risorsa finanziaria». Sulla questione decoro urbano, spesso non proprio il massimo, così come possono verificare residenti e visitatori, il sindaco chiede ancora una volta «collaborazione ai cittadini. Non si può sversare a tutte le ore e di certo non è consentito abbandonare in strada frigoriferi e altri ingombranti». Nel 2022 Napoli è stata la sesta città d’Italia per movimentazione di affari e nel capoluogo le attività di food and beverage hanno raggiunto il numero di 8020 in una superfice di 17 km quadrati, pari al 14,5% del territorio comunale. Tenendo conto che la superfice sottoposta a limitazioni è di 1,2 km quadrati, ci sono 1300 attività per km quadrato nella superfice comunale sottoposta a limitazioni. Dal 2019 al 2022 le attività rientranti ora nelle limitazioni sono cresciute in media di un 10% annuo, in particolare le attività di ristorazione con cibo di asporto. Le regole volute dal Comune, le parole dell’assessore al Turismo e Attività Produttive Teresa Armato «aiuteranno il commercio e la tutela di una zona della città particolarmente bella e amata non solo dai nostri concittadini, ma anche dai turisti che vengono sempre più numerosi nella nostra città proprio per vedere alcune zone caratteristiche». La Armato poi conferma: «Abbiamo pensato a una protezione per chi ha un iter già in corso, per chi ha fatto investimenti. Queste regole – la chiosa dell’assessore al Turismo e Attività Produttive - aiuteranno anche a rilanciare alcune attività commerciali che non siano pizzetterie, spritzerie, friggitorie, ma anche siano magari attività artigianali, attività commerciali di altra natura basate sulla qualità della produzione».

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