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Cannavaro acquista il centro Paradiso

Cannavaro acquista il centro Paradiso

NAPOLI. “Adesso si può dire… le porte del centro Paradiso si riapriranno”. Così Fabio Cannavaro annuncia sui social l’acquisto dell’impianto sportivo di Soccavo dove il Napoli si è allenato fino a 19 anni fa, fino a quando la vecchia Società sportiva Calcio Napoli non è fallita. È il campo dove si è allenato anche il giovanissimo Cannavaro, cresciuto nel vivaio del Napoli, e dove poi ha potuto giocare in prima squadra con il mito, con Diego Armando Maradona. È il campo dove per trent’anni si sono allenate tutte le glorie azzurre. Sull’ingresso di quella struttura, ormai abbandonata da un ventennio, campeggiano alcune immagini del Pibe, c’è quella realizzata da Mario Casti Farina un paio di anni fa, che ha disegnato la piccola Dalma, primogenita dei Maradona, che infila dolcemente una margherita nel calzettone di papà Diego, proteso in maniera protettiva verso la piccolina, e poi ce n’è un’altra di “Dios” con il suo numero “10” impresso sulla maglia. Quasi un nume tutelare messo lì a fermare la rovina del tempo. Ma i simboli non bastano. E a metterci la mano ci ha pensato il campione del mondo e pallone d’oro Fabio Cannavaro. L'accordo con le società di cartolarizzazione Portland e Leaseco One è stato siglato ieri sera con il supporto del notaio Ludovico Capuano. L’impianto, fu inaugurato nel 1975. Nella destinazione del piano regolatore il Centro dovrà avere una destinazione sportiva e di quartiere. Per quasi due anni non si è trovato nessuno che sborsasse i tre milioni di euro, che era la valutazione della struttura. Due i limiti insormontabili: le condizioni disastrose dell’impianto e la destinazione d’uso. In molti avevano perso le speranze. È vero nel quartiere c’è chi non si è mai arreso. Per anni l’associazione Centro Paradiso, nata proprio a Soccavo, si è battuta per la rinascita del campo. Nulla da fare. Alla fine un imprenditore non bastava, era necessario qualcuno che fosse disposto a rischiare un po’ di più, anche a perderci qualcosa, qualcuno che in quel centro ci avesse lasciato davvero un pezzo di cuore.

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