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29 Luglio 2023 - 07:30
NAPOLI. Del commando di sicari che ha ucciso senza alcuna pietà l’innocente Gelsomina Verde potrebbe aver fatto parte anche un terzo uomo. Un sospettato a dir poco eccellente: il ras della Vanella Grassi, Antonio Mennetta. Il giovane boss, già detenuto per altri gravissimi fatti di sangue, viene tirato in ballo dal collaboratore di giustizia Antonio De Simini, ex uomo del clan Lo Russo, il quale lo indica addirittura come il responsabile del colpo di pistola con cui è stata uccisa, in quella maledetta notte del 21 novembre 2004, la 21enne Gelsomina, ammazzata per non essere stata in grado di riferire al clan Di Lauro il nascondiglio del compagno Gennaro Notturno, ras degli Scissionisti a cui la cosca di Cupa dell’Arco stava dando la caccia. Per il delitto Verde giovedì mattina la Squadra mobile di Napoli ha tratto in arresto Luigi De Lucia e Pasquale Rinaldi, alias “’o Vichingo”, accusati di essere stati gli esecutori materiali dell’omicidio su input di Ugo De Lucia, già condannato in via definitiva alla pena dell’ergastolo. Alle fasi iniziali dell’agguato avrebbe preso parte anche Pietro Esposito “Kojak”, poi pentitosi e condannato a sei anni per aver attirato in trappola la giovane donna. A distanza di quasi vent’anni il cerchio delle indagini potrebbero però non essere ancora del tutto chiuso. La circostanza emerge dal verbale dell’interrogatorio al quale il 3 novembre 2017 è stato sottoposto l’ex uomo dei Lo Russo di Miano, Antonio De Simini. Le sue sono parole a dir poco scottanti, alle quale, in mancanza di ulteriori riscontri, il gip ha per ora deciso di non dare ulteriore seguito con una misura cautelare. Ferma restando la presunzione di innocenza, quelle accuse sono però oggi agli atti dell’inchiesta che ha portato alla cattura di De Lucia e RiI VERBALI Il cerchio non è chiuso: «La picchiò a pugni, cercava Gennaro Notturno» Omicidio di Gelsomina Verde, è giallo sul ruolo di Mennetta naldi. Ecco dunque quanto rivelato da De Simini: «Alessandro Grazioso (uomo prima dei Di Lauro e poi della Vanella, ndr) mi ha parlato anche dell’omicidio di Gelsomina Verde. Grazioso all’epoca era solo un pusher e disse che Kojak fu mandato da Ugo De Lucia a prelevare Gelsomina Verde, senza violenza, che la portò a Ugo De Lucia sul corso di Secondigliano, nei pressi del commissariato, in una villetta.... Ugo De Lucia e un certo Vichingo che è cugino della moglie di Antonio Lo Russo portano Gelsomina in questo terreno e lì trovano Antonio Mennetta e altre persone che ora non mi vengono in mente». Il seguito è un racconto a dir poco da brividi: «Antonio Mennetta iniziò a interrogarla e iniziò a picchiarla per sapere dove si trovasse Gennaro Notturno “saracino”, il fratello di Vettorio. La picchiò così selvaggiamente a pugni in faccia, tanto che Ugo De Lucia intervenne per liberarla, ma Antonio Mennetta prese la pistola e le sparò in testa dicendo “ora non puoi fare niente più”. Poi Antonio Mennetta e il Vichingo diedero fuoco alla macchina con il cadavere di Gelsomina Verde dentro. Grazioso lo seppe direttamente da Antonio Mennetta». Il gip, sul punto, scrive che Mennetta «è già stato destinatario di indizi di reità in relazione all’omidicio Verde».
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