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31 Luglio 2023 - 07:45
NAPOLI. Fu l’ultimo atto importante di un’altra delle faide storiche della camorra napoletana: quella tra i Grimaldi di Soccavo e i Puccinelli del Rione Traiano. Tredici anni e 6 mesi fa 2 sicari spuntati dal buio freddarono alle spalle Luigi Cappello, 54enne vicino al boss “Settirò” che un po’ di tempo prima era stato arrestato in un summit insieme con altri 5 affiliati. Il sospetto degli investigatori dell’epoca era inquietante: i partecipanti stavano decidendo se e come organizzare una vendetta a colpi d’arma da fuoco contro i nemici. Allora infuriava la guerra, poi rientrata. Ma il quartiere non è tornato tranquillo, come dimostra l’attuale tensione tra i Vigilia e gli Scognamillo. Il 13 febbraio 2010 il bersaglio designato era uscito da un piccolo bar e si stava dirigendo a piedi, da solo, alla macchina parcheggiata. I killer gli sono piombati alle spalle, protetti dall’oscurità e dal muro d’omertà contro cui si sono scontrati successivamente gli investigatori. Due colpi di pistola, di cui alla fronte, e per il 54enne Luigi Cappello la morte si materializzò all’istante. Era considerato legato al clan Grimaldi di Soccavo e con alcuni parenti del boss Ciro detto “Settirò” e altri presunti affiliati era stato arrestato il 25 aprile 2007. Il sospetto, rimasto sempre soltanto tale, è che in quell’occasione lui e gli altri partecipanti al summit stessero preparando la vendetta per l’omicidio di Massimo Diana “‘o boss”, un loro amico. Sull’altro fronte c’erano i Puccinelli del Rione Traiano, contro cui allora infuriava una guerra di camorra durata almeno 5 anni. Ma per l’episodio gli investigatori seguirono, senza avere conferme, anche la pista di una frattura interna. Luigi Cappello (che abitava in via Tertulliano e avrebbe compiuto 55 anni il 23 luglio successivo) fu ammazzato alle 18, quand’ormai era buio completo, da due sicari in motocicletta a due passi da una piccola chiesa in via Bottazzi, all’interno di Soccavo vecchia, una traversa di via Epomeo. Sotto gli occhi di alcuni fedeli e clienti del locale che però non poterono aiutare le indagini non avendo visto nulla di particolarmente utile, il pregiudicato non ebbe nemmeno il tempo di pensare a un qualunque tipo di difesa. In ogni caso, non era armato e avrebbe potuto soltanto tentare di fuggire. Il proiettile rivelatosi fatale gli bucò la fronte. Così, lo trovarono i poliziotti del commissariato San Paolo e della Squadra mobile della Questura, incaricati delle indagini. Come sempre in casi del genere scattarono immediatamente posti di blocco e controlli, che come accade il più delle volte in situazioni del genere si rivelarono inutili. Luigi Cappello aveva a carico due grossi precedenti di polizia ed era ritenuto un esponente di primo piano del gruppo di mala di Soccavo. Scarcerato già nel 2007, negli ultimi tempi si vedeva poco in giro. Ad aprile 2007 gli investigatori pensarono a una clamorosa azione di fuoco in preparazione contro i nemici storici del rione Traiano per vendicare la morte di Massimo Diana: i Puccinelli, rinforzati in quel periodo dall’alleanza con i Leone di Marano. Ma i sei affiliati al clan Grimaldi di Soccavo, tra i quali il figlio e il cugino del boss Ciro detto “Settirò”, non ebbero il tempo di mettere in atto i presunti propositi (non si può fare ovviamente, il processo alle intenzioni): su di loro piombarono i poliziotti della sezione Omicidi della squadra mobile della questura, allora capeggiati dal vice questore Pietro Morelli. Il summit era in corso e nella villetta scelta per stare tranquilli furono trovate tre pistole. I sei uomini furono arrestati per associazione camorristica e detenzione di armi da fuoco, ma furono anche fortemente sospettati di altri due gravi episodi: il ferimento di Pasquale Costagliola, 41enne incensurato del rione Traiano, e il tentato omicidio con rapina della macchina a un avvocato vomerese in via Calmieri, poi bruciata. Successivamente le accuse si ridimensionarono e alcuni di essi sono addirittura usciti dal procedimento penale. Ma la vicenda è emblematica dello spessore criminale che aveva Luigi Cappello.
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