Cerca

Ucciso per difendere il padre

Ucciso per difendere il padre

NOLA. Omicidio nel parcheggio del Vulcano buono: due famiglie distrutte, quella dell’assassino e quella della vittima. Alla contrada Pezzalunga, la comunità del posto si è stretta attorno alla famiglia della vittima, cercando di lenire questo tragico e drammatico momento. Domenico era un ragazzo d’oro. Faceva il camionista aiutando il padre Francesco. Tutti ne hanno un ricordo forte, tutti ne parlano come un giovane sempre disponibile dalla parte dei più deboli. Nessuno avrebbe mai immaginato questa fine tanto tragica. Ieri mattina, nella sua abitazione c’è stato un andirivieni di amici e conoscenti. Il padre, la madre e la sorella, distrutti dal dolore e da una notte insonne, non avevano più lacrime da versare. Anche i familiari dell’assassino, Emanuele Michele De Luca (nella foto), di Secondigliano, ora in carcere con l’accusa di omicidio, stanno vivendo il loro momento drammatico dinanzi al reparto di terapia intensiva dell’ospedale di Nola, attendendo che i sanitari diano notizie sulle condizioni di salute del padre di Emanuele, che - alla notizia del decesso di Domenico Esposito - si accasciava al suolo colpito da infarto mentre si trovava dinanzi al commissariato di Nola in attesa di comprendere cosa era successo. Secondo una prima ricostruzione, Emanuele, 20 anni a marzo scorso, aveva un rapporto di lavoro con un istituto di vigilanza del Nolano, ma non come guardia particolare giurata, ma forse come “portierato” o cose simili. Il suo compito era quello di vigilare (da disarmato e senza i necessari requisiti) di sorvegliare il parcheggio “Ischia”, per evitare furti o danneggiamenti su auto. Tutto sarebbe iniziato poco dopo le 17. In pratica sul posto c’era la sorella di Domenico, che lavora in uno dei tanti negozi ubicati nella galleria del centro commerciale. La giovane, che ora è rimasta figlia unica, uscita dal posto di lavoro, si avvede che una delle ruote della sua utilitaria è forata. In macchina sembra non avere il necessario per sostituire la ruota e chiede aiuto ad Emanuele, che per quanto è trapelato fa qualche battuta di troppo che non sembra essere stata gradita dalla ragazza, che senza preoccuparsi troppo, visto che il giovane non sembra disponibile a darle una mano, contatta telefonicamente il padre che abita ad alcuni chilometri di distanza dal suo luogo di lavoro. Un quarto d’ora dopo il padre della ragazza ed il fratello sono sul posto in soccorso della ragazza che aveva necessità di sostituire la ruota forata. È qua inizia la tragedia, alcuni testimoni oculari raccontano che Emanuele continua a gironzolare attorno alla ragazza continuando nelle sue battute, forse troppo sarcastiche. A quel punto la giovane gli si avvicina e lo invita ad andare via. Emanuele perde il controllo, inizia ad alzare la voce, tanto da attirare l’attenzione del padre della ragazza, che gli si fa incontro per comprendere cosa vuole. Pochi attimi e nelle mani di Emanuele compare un coltello che il giovane portava illegalmente in tasca, forse per difendersi in caso di necessità. A questo punto tra Emanuele ed il padre della ragazza si interpone Domenico, che viene colpito da quattro coltellate mortali. La tragedia si è consumata. Nessuna rissa, solo una lite scatenata da un ragazzo forse troppo “fragile” che non ha saputo controllare la sua irruenza. Il sindaco di Nola, Carlo Buonomo, oltre che manifestare il proprio cordoglio per le famiglie della vittima e quella dell’assassino, ha detto: «Il triste episodio di cronaca nera al Vulcano Buono, nella drammatica complessità impone una riflessione più ampia... Occorre però che lo Stato, primo titolare della funzione di prevenzione e repressione delle condotte illeciti, rafforzi la presenza sul territorio. Potenziamento delle unità, nuovo presidio delle strutture logistiche ed efficace coordinamento delle indagini sono esigenze non più procrastinabili».

Commenta scrivi/Scopri i commenti

Condividi le tue opinioni su Il Roma

Caratteri rimanenti: 400

Logo Federazione Italiana Liberi Editori