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Dedica al babyras detenuto, i parenti pestano due agenti

Dedica al babyras detenuto, i parenti pestano due agenti

Follia fuori a Poggioreale, in manette Imma Esposito e Umberto Arienzo. La serenata a Junior finisce con un poliziotto in ospedale con trauma cranico

NAPOLI. Dedica ad altissima tensione fuori al carcere di Poggioreale. Due parenti del presunto babyras di Bagnoli Massimiliano Giuseppe Junior Esposito si sono presentati giovedì sera all’esterno della casa circondariale “Giuseppe Salvia” e, con tanto di microfono e cassa per la diffusione di musica, hanno voluto far sentire il proprio affetto al 20enne figlio del boss Massimiliano Esposito “’o scognato”. La cosa non è ovviamente finita bene: quando la polizia penitenziaria e la polizia di Stato hanno intimato ai due di allontanarsi dal posto è infatti scattato il parapiglia.

Ad avere la peggio sono stati due agenti, uno dei quali finito in ospedale con un trauma cranico e una prognosi di trenta giorni. Il collega se l’è invece cavata con ferite guaribili in meno di una settimana. Per i due giovani, Immacolata Esposito, cugina del detenuto, e Umberto Arienzo, entrambi poco più che ventenni, sono invece scattate le manette ai polsi con le accuse di resistenza e lesioni a pubblico ufficiale. La vicenda è stata ricostruita dal sindacato di polizia penitenziaria Sappe, che in una nota stigmatizza l’accaduto: «La nostra pattuglia territoriale addetta al controllo esterno del carcere, accertava la presenza di un uomo e una donna che, con un megafono, parlavano con alcuni detenuti in cella, dal lato dei reparti Roma e Firenze», spiega Tiziana Guacci, segretario regionale del Sappe, che aggiunge: «Gli agenti della pattuglia li hanno quindi invitati ad allontanarsi, considerato che ovviamente non è possibile effettuare colloquio in quel modo. Al secondo giro della pattuglia, però, i colleghi constatavano che l’uomo e la donna erano sempre lì e, alla richiesta di esibire i documenti, per tutta risposta prima si sono rifiutati di mostrarli, poi hanno minacciato i poliziotti penitenziari e infine li hanno aggrediti con inaudita violenza, tanto che uno dei due colleghi ha poi avuto un referto di trenta giorni di prognosi: cinque, invece, all’altro collega».

Guacci spiega poi che «sul posto è intervenuta quindi una pattuglia di polizia e l’uomo e la donna sono stati fermati e portati in questura, mentre i due appartenenti alla polizia penitenziaria sono rientrati al comando in piena nottata. Per i due arrestati il pubblico ministero di turno ha disposto il fermo e il processo per direttissima». Il segretario generale del Sappe Donato Capece rincara la dose ed esprime solidarietà ai poliziotti coinvolti e feriti: «Con questo ulteriore grave evento critico sale vertiginosamente il numero dei poliziotti coinvolti senza remore in fatti gravi. Esprimiamo la massima solidarietà e vicinanza a tutti i colleghi del reparto di Poggioreale. Sarebbe opportuno dotare al più presto la polizia penitenziaria del taser o, comunque, di altro strumento utile a difendersi dalla violenza di delinquenti che non hanno alcun rispetto delle regole e delle persone che rappresentano lo Stato». Una situazione di perenne escalation di violenza che ormai da tempo caratterizza la vita interna alle carceri. E adesso, pare, anche quella esterna

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