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Barra, agguato nel bunker degli Aprea

Barra, agguato nel bunker degli Aprea

Sicari in via Mastellone, Vincenzo Piccolo centrato da un colpo di pistola alla gamba. Il 48enne resta ricoverato, ma non è in pericolo di vita. Si indaga sui contrasti legati allo spaccio di droga

NAPOLI. Venti di faida a Barra. Dopo l’agguato teso poco più di un mese fa al nipote del boss Aprea, un commando di sicari è tornato in azione nella prima serata di ieri. Il raid è scattato poco prima delle 19,30 in via Mastellone, angolo via Giordano, ed ad avere la peggio è stato Vincenzo Piccolo, 48enne della zona già noto alle forze dell’ordine. La vittima, ferita da un colpo di pistola al polpacci, è stata accompagnata al pronto soccorso dell’Ospedale del Mare, dove dopo pochi minuti sono intervenuti i carabinieri: le indagini sul caso sono adesso condotte dai militari del nucleo Operativo della compagnia di Poggioreale, che, raccolta la testimonianza del 48enne, che non è in pericolo di vita, hanno setacciato la zona alla ricerca di indizi e telecamere che possano aver inquadrato i sicari.

Il ferimento di Vincenzo Piccolo al momento non ha ancora un movente ben chiaro. Il 48enne in passato è finito sotto inchiesta per questioni di droga e gli investigatori non escludono che l’uomo possa non essere del tutto uscito dal giro. Di certo c’è che l’agguato è scattato in una zona da tempo immemore controllata dal clan Aprea, motivo per il quale non è da escludere che le questioni di male possano in qualche modo centrare qualcosa. Il diretto interessato, interrogato sul punto, non ha fin qui fornito spiegazioni degne di nota. La tensione a Barra torna dunque a salire. L’ultimo agguato risaliva alla fine di giugno e a finire nel mirino era stato in quel caso un nipote minorenne dei ras Aprea di Barra, fermo nei pressi di un circolo ricreativo in corso Sirena.

La dinamica del raid secondo gli investigatori indicava una volontà di uccidere, ma l’obiettivo è stato mancato: il 17enne, pur colpito alla spalla, non è mai stato in pericolo di vita. Per la polizia, che conduce le indagini con la Squadra mobile e il commissariato San Giovanni-Barra, non si tratterebbe di una ripresa della guerra di camorra nell’area orientale di Napoli, ma di un episodio singolo per una presunta vendetta in seguito a un litigio tra giovani. È evidente però, che l’appartenenza della vittima a una famiglia storica di malavita ha fatto drizzare le antenne a chi sta conducendo gli accertamenti.

Era circa l’una quand’è scattato l’allarme in corso Sirena e poco dopo all’Ospedale del Mare. Il minorenne, incensurato, era in compagnia di amici e conoscenti nei pressi del circolo quando uno scooter è arrivato ad alta velocità nel tratto di strada prima di rallentare di colpo. In sella c’erano due uomini, sembra giovani e con dei cappellini in testa che coprivano parzialmente il viso, uno dei quali armato di pistola: il passeggero, che ha estratto una pistola facendo fuoco quattro volte in rapida successione. Al 118 e al 113 sono giunte diverse telefonate e in pochi minuti il ragazzo è stato trasportato in ambulanza nella struttura sanitaria di Ponticelli, dove i medici hanno riscontrato due fori da arma da fuoco: uno alla spalla destra e l’altro alla mano sinistra. Gli investigatori non escludono intanto un collegamento con l’agguato consumato ieri sera.

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