Tutte le novità
06 Agosto 2023 - 11:35
Maxi-estorsione per conto degli Scissionisti, giudizio immediato per la paranza di Bocchetti
NAPOLI. La Procura non perde tempo e per la paranza di estorsori del clan Amato-Pagano chiede e ottiene in tempi record la fissazione del giudizio immediato. Accusati di aver “interferito” con alcune aste giudiziarie, andranno alla sbarra il prossimo 17 ottobre i presunti aguzzini Enrico Bocchetti, emergente ras nonché genero del boss Cesare Pagano, Salvatore Silvestri e Pasquale Furiano (nel riquadro). L’udienza è stata fissata davanti alla Prima sezione collegio B del tribunale di Napoli. Con molta probabilità i tre neo imputati, difesi dagli avvocati Domenico Dello Iacono, che assiste Bocchetti e Furiano, e Rocco Maria Spina, che assiste invece Silvestri, opteranno per il rito abbreviato, così da limitare le conseguenze giudiziarie in caso di eventuale condanna.
I tre uomini del clan degli Scissionisti erano stati arrestati a giugno scorso. Avrebbero preteso 14mila euro, in segno di “rispetto della famiglia”, da un imprenditore il cui figlio aveva appena acquistato all’asta due immobili a Melito. Per due volte cinque uomini ritenuti legati al clan AmatoPagano si sarebbero incontrati a turno con la vittima e di fronte ai suoi tentativi di guadagnare tempo, avrebbero abbassato le pretese fino a scendere a 8mila euro da consegnare in due tranche: prima 5.000 e poi 3.000. Ma un’amara sorpresa attendeva i presunti estorsori: i carabinieri e la polizia stavano indagando e ieri c’è stato il secondo sviluppo importante dell’inchiesta con l’arresto di Salvatore Silvestri, Pasquale Furiano ed Enrico Bocchetti, parente acquisito del boss Cesare Pagano, tutti napoletani d’origine e da considerare innocenti fino all’eventuale condanna definitiva.
A condurre le indagini, coordinate dalla procura antimafia, sono stati i poliziotti della squadra mobile della questura e i carabinieri del Nucleo investigativo di Castello di Cisterna. È così emerso che i tre in concorso tra loro (nonché con Luciano De Luca e Luigi Tutino nei cui confronti si è proceduto separatamente) avrebbero minacciato l’imprenditore di Melito per ottenere le somme di danaro a titolo di tangente somme in seguito all’aggiudicazione all’asta dei due immobili. Ma la vittima ha deciso di chiedere aiuto allo Stato e si è rivolto ai carabinieri, che hanno dato il via alle investigazioni.
A inizio febbraio scorso Salvatore Silvestri avrebbe invitato l’imprenditore incontrare Enrico Bocchetti, invitandolo a partecipare all’asta e ad aggiudicarsi tutti i lotti. Il 9 febbraio, nella ricostruzione della pubblica accusa, in quattro avrebbero incontrato la vittima presso un bar di Melito: Luciano De Luca, Luigi Tutino, Bocchetti e Pasquale Furiano. Due giorni prima Furiano e Tutino si sarebbero rivolti all’uomo, incontrato in strada, con una frase emblematica: «Se tu non partecipi all’asta e lo deve acquistare qualcuno, lo compriamo noi della famiglia... perché qua se lo deve comprare qualcuno, lo compriamo noi». Successivamente durante l’incontro nel bar Enrico Bocchetti avrebbe detto all’imprenditore: «Ma non rispetti la famiglia? L’asta te la sei aggiudicata e domani mattina mi devi portare 14mila euro».
Copyright @ - Nuovo Giornale Roma Società Cooperativa - Corso Garibaldi, 32 - Napoli - 80142 - Partita Iva 07406411210 - La società percepisce i contributi di cui al decreto legislativo 15 maggio 2017, n. 70. Indicazione resa ai sensi della lettera f) del comma 2 dell’articolo 5 del medesimo decreto legislativo - Il giornale aderisce alla FILE (Federazione Italiana Liberi Editori) e all'IAP (Istituto di autodisciplina pubblicitaria) Tutti i diritti sono riservati. Nessuna parte di questo giornale può essere riprodotta con alcun mezzo e/o diffusa in alcun modo e a qualsiasi titolo