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07 Agosto 2023 - 10:27
Un ex minorenne è stato condannato, ma il caso potrebbe non essere chiuso. L’ex affiliato: «Responsabile della morte di mio cugino, sparai alla fidanzata»
NAPOLI. Un caso chiuso, almeno sotto il profilo giudiziario, con un unico indagato, un ex minorenne, già condannato in via definitiva a 12 anni di carcere. Eppure, pentimento dopo pentimento, i punti di domanda che aleggiano intorno all’omicidio di Pasquale Zito, il giovane ammazzato a Bagnoli a colpi di pistola nel febbraio del 2016, sembrano infittirsi sempre più. Se già tre anni fa l’ex ras del rione Traiano Gennaro Carra era intervenuto sul delitto attribuendone le responsabilità all’alleato clan Puccinelli, adesso ci pensa un altro pezzo da novanta della mala di Napoli Ovest ad alimentare il mistero: Yuseff Aboumouslim, nipote del boss flegreo Massimiliano Esposito “’o scognato, che in un lungo interrogatorio ha puntato il dito contro il ras Alessandro Giannelli.
Il retroscena è riportato in uno dei verbali agli atti dell’inchiesta che pochi giorni fa ha portato alla cattura di sette esponenti della camorra di Bagnoli e Fuorigrotta, tra cui il boss Giannelli e il rampollo Cristian Esposito. Interrogato il 5 marzo 2021, il collaboratore di giustizia Aboumouslim, “napoletanissimo” a dispetto del nome, ha fornito diverse delucidazioni in merito ai raid commessi nella sua carriera criminale: «Sulle armi sono in grado di dirvi altro in quanto in più occasioni sono stato spesso io l’utilizzatore. Ho partecipato personalmente ad altre azioni criminali punitive nei confronti degli appartenenti al clan Giannelli per farli allontanare dal territorio. In particolare ho sparato alla fidanzata di Alessandro Giannelli, Imma Maiorino, non ferendola».
E a questo punto il racconto entra nel vivo: «Il motivo della mia azione fu dovuto alla circostanza che io penso che Alessandro Giannelli sia responsabile della morte di mio cugino Pasquale Zito. Questo episodio risale al 2018 in seguito a un alterco che io ebbi con Imma Maiorino». Da qui in avanti il verbale viene omissato e pertanto non è dato sapere, almeno per il momento, quali altri dettagli l’ex uomo del clan Esposito possa aver fornito in merito al delitto del giovane Zito. Il ras Giannelli, già sotto inchiesta per altri gravi fatti di sangue, su tutti l’omicidio di Rodolfo Zino, non risulta allo stato attuale indagato per l’assassinio di Zito e pertanto va ritenuto del tutto estraneo a una vicenda che gli inquirenti, almeno fin qui, hanno inquadrato come un regolamento di conti scaturito da questioni sentimentali e di gelosia. L’ex boss Gennaro Carra pochi anni ha però affermato: «Conosco i volti e i nomi dei veri assassini di Pasquale Zito.
Il ragazzino che è stato arrestato per quel delitto e che sta scontando la pena non c’entra nulla con questa storia». Il super pentito sostiene di saperlo in quanto all’epoca «ero vicino al clan Puccinelli. I responsabili di quell’omicidio sono cinque e nessuno di loro è stato ancora arrestato». A sostegno della propria ricostruzione, il genero del boss Salvatore Cutolo “Borotalco” ha rivelato agli inquirenti della Dda di avere anche «preso parte alla riunione in cui si decise che Zito doveva essere ucciso, a dare l’occhei furono i capi del clan».
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