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Camorra, duro colpo al clan Vigilia

Camorra, duro colpo al clan Vigilia

Quattro ai domiciliari, altri 20 indagati a piede libero per droga e armi. Nell’inchiesta della Dda compaiono anche il ras Alfredo “’o niro” e il nipote Pasquale

NAPOLI. È un ulteriore colpo al clan Vigilia, già decimato l’anno scorso con una serie di arresti, proprio quando a Soccavo si cominciava a respirava nuovamente brutta aria per i contrasti tra il gruppo con base in vicinale Palazziello e i Grimaldi-Scognamillo. L’altro ieri mattina la polizia, che ha condotto le indagini con la Squadra mobile della questura, ha eseguito quattro ordinanze di custodia cautelare per traffico di droga aggravato dal metodo mafioso.

Ma l’inchiesta è molto più ampia e vede ben 24 indagati, 20 dei quali a piedi in quanto il gip ha ritenuto troppo datati gli episodi contestati quali reati per far scattare un provvedimento restrittivo. Circostanza che vale anche per i tre uomini ritenuti vicini ai Sorianiello, accusati del tentato omicidio di Luigi Testa (di cui scriviamo a parte). Tutti le persone coinvolte nel procedimento penale comunque, devono essere considerate innocenti fino all’eventuale condanna definitiva.

Agli arresti domiciliari sono finiti Luigi Testa, Emanuele Summa, Fabio Nardelli e Francesco Florio. Quest’ultimo rappresenta un caso più unico che raro in vicende giudiziarie simili. Ha 77 anni, è incensurato e viene accostato ai Vigilia soltanto per i rapporti di natura economica con Alfredo Vigilia “’o nir”. Quest’ultimo invece, così come il nipote Pasquale Vigilia, è indagato a piede libero. Tra i componenti della famiglia, nell’inchiesta compariva con due accuse di estorsione in concorso con Giuseppe Capoccia anche il cugino omonimo soprannominato “Lino”, ucciso nel 2012 in un centro di scommesse nell’ambito di un terribile “botta e risposta” con i Sorianiello.

L'ordinanza di applicazione della cautelare agli arresti domiciliari è stata eseguita dagli investigatori della sezione “Criminalità organizzata” della Squadra Mobile della questura di Napoli (dirigente Alfredo Fabbrocini, vicequestore Andrea Olivadese), autori dell’indagine, e riguarda accuse di associazione finalizzata al traffico illecito di sostanze stupefacenti, aggravato dal metodo mafioso e dalla finalità di aver agito per agevolare l’attività e gli scopi del clan Vigilia, storicamente operante nel quartiere di Soccavo. Il provvedimento è stato emesso dal Gip Anna Tirone del Tribunale di Napoli su richiesta della Direzione distrettuale antimafia, che ha coordinato le indagini. Luigi Testa, Emanuele Summa, Fabio Nardelli e Francesco Florio sono state trovati nelle rispettive abitazioni, da cui attenderanno il momento dell’interrogatorio di garanzia, presumibilmente tra oggi e domani. Toccherà ai loro avvocati, tra cui il penalista Paolo Gallina, cercare di tirarli fuori dai guai giudiziari. L’inchiesta non riguarda soltanto i traffici di sostanza stupefacente, ma anche due vicende di estorsione: una al gestore di un locale e l’altra a un parcheggiatore abusivo. Così come l’indagine tocca il possesso di un’arma da fuoco e alcuni episodi di usura, commessi da un uomo e una donna non intranei al clan.

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