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11 Agosto 2023 - 10:57
Con le manette, l’Antimafia neutralizza Fabio Luino e Giancarlo Gallucci per estorsione aggravata
CASALNUOVO DI NAPOLI. Si profila un ferragosto al “fresco” per i due emergenti del malaffare cittadino, Fabio Luino (46 anni, nella foto) e Giancarlo Gallucci (45 anni), ammanettati ieri dai carabinieri del Gruppo di Castello di Cisterna con l’accusa di tentata estorsione aggravata dal vincolo mafioso. Prima di andare avanti, va fatta la solita premessa, ovvero Giancarlo Gallucci e Fabio Luino, entrambi già noti alla legge, vanno ritenuti innocenti fino a condanna definitiva passata ingiudicata. Gli attuali indagati sono stati arrestati in esecuzione di un decreto di fermo che porta la firma del Pubblico Ministero dell’Antimafia, Anna Frasca, e l’assenso del Procuratore facente funzione, Sergio Ferrigno.
Gli episodi contestati risalgono alo scorso giugno. Due i cantieri finiti nel mirino dei rappresentanti dei due cartelli criminali locali, il primo facente riferimento a Francesco Rea alias “O Pagliesco”, detenuto da mesi, ed il secondo a Giancarlo Gallucci, elemento storico della malavita cittadina meglio noto (non solo negli ambienti della malavita locale) con il soprannome di “Nufriello”. A far scattare l’indagine che è stata coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia di Napoli, sono state le denunce delle vittime, che senza alcuna esitazione, ricevute le richieste estorsive, non hanno avuto alcun tentennamento a presentarsi nella caserma dei carabinieri, denunciando dettagliatamente i fatti provvedendo anche al riconoscimento dei due “personaggi”, che a quanto sembra, sono diventati protagonisti del forte clima di tensione che da mesi si respira in città in seguito ad alcune “stese”.
I due, ovvero Gallucci ed il suo avversario, Fabio Luino, monitoravano il territorio cittadino, avvicinando con i soliti metodi camorristici i capi cantiere, invitandoli, per nome e per conto dei “Compagni di Casalnuovo”, di mettersi “in regola”. Un modus operandi che probabilmente ha sempre funzionato negli anni passati, ma che ha smesso di funzionare già da prima del Covid, a causa della mancanza di liquidità e soprattutto di lavoro. Gallucci, meglio noto con il soprannome della sua famiglia, ben conosciuta alle cronache giudiziarie da quasi 40 anni (per essere sempre stata vicina ai “Carusiello” di Acerra e poi alleata con il clan criminale guidato da Pino Piscopo alias “Pinuccio o Metronotte)”, agiva quasi alla luce del giorno, presentandosi con il proprio nome e cognome ed anche con il soprannome. “Io mi chiamo Giancarlo... il proprietario chi è? È già andato a parlare con qualcuno? Ritornerò a breve…”.
Frasi semplici, quasi di routine. A seguire, sempre nello stesso cantiere, giungeva poi anche Fabio Luino, il quale, senza se e senza ma, avendo il senso dell’impunità, usando lo stesso linguaggio del suo avversario diceva : “Avete parlato già con qualcuno? Qua a Casalnuovo comando io, sono il cognato di “O pagliesco” (ovvero Francesco Rea, attualmente detenuto). E proseguiva: “sono qui per conto suo, ora lui è in galera , di’ al capo tuo che se conosce qualcuno a Casalnuovo si fa indicare, così sa come deve venire da me”.
Luino, avendo saputo che su quello stesso cantiere era già passato il Gallucci, replicava: “Questi non contano niente…”. Le indagini hanno avuto certamente una forte accelerazione sulla scorta delle tre “stese”, due delle quali sembrano essere passate sotto traccia (ovvero non denunciate dalle vittime). La misura cautelare eseguita ieri è solo il primo passo. Nel corso delle prossime ore i due indagati saranno sentiti dal pm e poi dal giudice delle indagini preliminari, che al momento della convalida potrebbe emettere un nuovo provvedimento cautelare. In ogni modo, per i due rivali, si profila un ferragosto in galera, da trascorrere con “i vecchi compagni”.
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