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18 Agosto 2023 - 07:30
NAPOLI. Prima il sole su una spiaggia della Domitiana, poi un bel tuffo, una nuotata e di nuovo il lettino per la tintarella con tanto di occhiali da sole, infine la cena con alcuni parenti stretti. La giornata di Ferragosto era andata bene per Gesualdo Sartori, giunto appositamente a Castel Volturno per abbracciare i familiari prima di darsi nuovamente alla vita solitaria da latitante in un altro luogo. Ma i poliziotti della sezione “Criminalità organizzata” della Squadra mobile della questura di Napoli (dirigente Alfredo Fabbrocini, vice questore Andrea Olivadese) non hanno riposato neppure il 15 agosto e alla fine degli ultimi accertamenti in serata sono piombati in un appartamento del parco Green Village. Lì si sono strette le manette per l’enfant prodige della camorra di San Giovanni Teduccio, a soli 17 anni presunto partecipante all’omicidio del boss Patrizio Reale. Gesualdo Sartori mancava all’appello con la giustizia dal 22 maggio scorso, quando il Riesame ha riemesso a suo carico la misura cautelare per il clamoroso agguato di “Patriziotto” avvenuto nel 2009. Ma c’è di più: il 30enne genero del ras Salvatore D’Amico “o’ pirata”, nonostante la giovane età sarebbe stato uno degli artefici del nuovo patto di malavita a Napoli Est tra i De Micco-Martino di Ponticelli, gli Aprea di Barra e i Mazzarella-D’Amico di San Giovanni a Teduccio. Lo ha raccontato agli inquirenti Antonio Pipolo, il collaboratore di giustizia che proviene dalle file dei “Bodo”. Dunque, per Gesualdo Sartori il provvedimento restrittivo di mercoledì della scorsa settimana è il secondo nel 2023. In questo caso l’accusa è meno grave, ma non troppo: tentata estorsione aggravata dal metodo mafioso e porto e detenzione di arma da fuoco. Secondo gli investigatori di polizia e carabinieri e la Dda, avrebbe minacciato evocando i Mazzarella il titolare di un ristorante di Volla, Giovanni Festa, dal quale l’intero nuovo asse di camorra pretendeva un “pizzo” di 10mila euro da “portare a Ponticelli”. Gli indagati infatti sono ben 11, tutti in carcere tranne Umberto Dello Iacolo e comunque da ritenere innocenti fino all’eventuale condanna definitiva. Tra essi figurano pezzi da novanta della camorra di Napoli est, come i fratelli Giuseppe De Martino e Salvatore De Martino del clan “Xx”, e personaggi di rilievo imparentati con i vertici di famiglie malavitose. Nel provvedimento restrittivo sono inserite le dichiarazioni di Antonio Pipolo. «Quando ero detenuto a Larino c’era anche Gesualdo Sartori. Lui è parente di Antonio Nocerino detto “Brodino”, affiliato ai De Micco. Parlavamo del nostro futuro e mi disse che avrebbe voluto conoscere i De Micco. Io uscii (dal carcere, ndr) a dicembre e “Aldo” qualche giorno prima. Quando poi è stato scarcerato Marco De Micco, io e mio cugino Ivan Ciro D’Apice abbiamo organizzato l’incontro tra Gesualdo Sartori e Marco De Micco. Ci vedemmo al bar presso cui abita Naturale (Ciro, ndr) e non abbiamo avuto altri incontri. Lì nacque la fusione tra De Micco e Mazzarella».
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