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18 Agosto 2023 - 11:18
CASALNUOVO. Non bisogna andare molto indietro nel tempo (novembre 2018) per trovare traccia dei due furgoncini blindati (un tempo usati da Antonio Egizio per i suoi spostamenti) che ora il sindaco Massimo Pelliccia vuole far diventare «il simbolo della lotta alle mafie», in una città dove purtroppo, anche di recente, ci sono stati attentati di camorra. E, purtroppo, storici personaggi del malaffare locale sono ancora vivi, vegeti e pericolosi. Per di più ci vorrebbero decine di migliaia di euro per rifare la carrozzeria di quei vecchi “Volkswagen”, tanto cari a “Tonino ’o Tedesco”, ucciso da un sicario partito da Acerra, mentre si trovava alla guida di un’auto blindata. Quei furgoni sono stati- dopo la confisca del 1993 - dimenticati all’interno di due rustici tra l’altro abusivi e mai completati, nel rione Saggese, che è certamente il simbolo dell’abusivismo edilizio. Secondo il primo cittadino di Casalnuovo (che ora punta ad una candidatura alla Regione, tra le file del centrodestra) nel centro per giovani autistici di via Donizetti dove sono attualmente in corso lavori di ristrutturazione, dovrebbero essere esposti questi “strumenti del malaffare”. «Questo é uno dei progetti più ambiziosi che abbiamo in cantiere» ha dichiarato Massimo Pelliccia. Quale sia l’obbiettivo non è facile comprenderlo, visto e considerato che Antonio Egizio, un boss con smanie di esibizionista, sarebbe certamente un esempio in negativo per i giovani di oggi, ancora troppo affascinati da queste figure criminali, che nonostante il tempo passato sono rimasti dei veri e propri miti negativi. Secondo il sindaco, all’interno della struttura in corso di realizzazione dovrebbe essere allestito «uno spazio dedicato interamente alla legalità, come monito per le nuove generazioni». Speriamo che in questi spazi dedicati interamente alla legalità, Pelliccia ed il suo esecutivo, si ricordino di dedicare un ampio spazio anche al rione fantasma ubicato nel rione “Casarea”, scoperto nel 2007, che portò allo scioglimento del consiglio comunale dell’epoca per “sospetta infiltrazione camorristica”. Da allora sono passati quasi 16 anni, a memoria nulla è cambiato. All’epoca comandavano Francesco Rea e Pasquale Iorio Raccioppoli, il mitico “Pascaluccio ’o curto”, ucciso in un agguato di camorra proprio a Tavernanova da un sicario solitario che mai è stato identificato. Oggi comandano ancora i “Rea”, l’unica cosa è che nel corso di questi anni il Centro Meridiano, per alcuni tratti abusivo, è rimasto lì nonostante i tanti abusi realizzati. Infine sarebbe il caso che venisse rispolverata quell’informativa del 1988, formata da 500 pagine nella quale ci sono ancora fatti e nomi d’attualità. Chi pensa di poter battere la camorra con slogan e proclami è fuori dalla realtà. Per vincere questo “cancro”, c’è bisogno di creare a 360 gradi, soprattutto nelle giovani generazioni, i valori della legalità e cultura della giustizia: purtroppo siano ancora lontani dall’obbiettivo. Il resto è solo passerella.
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