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Omicidio del boss Reale, il ruolo di Sartori

Omicidio del boss Reale, il ruolo di Sartori

Il reggente dei Mazzarella, all’epoca 17enne, si finse acquirente di droga per studiare la trappola

NAPOLI. Aveva soltanto 17 anni quando, secondo l’accusa e ferma restando la presunzione d’innocenza fino all’eventuale condanna definitiva, Gesualdo Sartori (nella foto) partecipò all’omicidio di Patrizio Reale, ras del rione Pazzigno a San Giovanni a Teduccio. Il ruolo del minorenne sarebbe stato quello del “filatore”, ma non nel senso usuale del termine dialettale. Nella ricostruzione degli inquirenti, in due giorni precedenti al clamoroso agguato nell’appartamento a piano terra in cui “Patriziotto” vendeva droga,“Aldo” si sarebbe finto un acquirente per visualizzare il luogo e dare indicazioni utili ai killer. La vittima non lo conosceva e non aveva motivo di sospettare qualcosa, tanto più che il ragazzo effettivamente avrebbe comprato sostanza stupefacente. Gesualdo Sartori, arrestato la sera di Ferragosto a Castel Volturno, mancava all’appello con la giustizia dal 22 maggio scorso, quando il Riesame ha riemesso a suo carico la misura cautelare per il clamoroso agguato di “Patriziotto” avvenuto nel 2009. Ma c’è di più: Il 30enne genero del ras Salvatore D’Amico “o’ pirata”, nonostante la giovane età sarebbe stato uno degli artefici del nuovo patto di malavita a Napoli est tra i De Micco-Martino di Ponticelli, gli Aprea di Barra e i MazzarellaD’Amico di San Giovanni a Teduccio. Lo ha raccontato agli inquirenti Antonio Pipolo, il collaboratore di giustizia che proviene dalle file dei “Bodo”. Dunque, per Gesualdo Sartori il provvedimento restrittivo è il secondo nel 2023. In questo caso l’accusa è meno grave, ma non troppo: tentata estorsione aggravata dal metodo mafioso e porto e detenzione di arma da fuoco. Secondo gli investigatori di polizia e carabinieri e la Dda, avrebbe minacciato evocando i Mazzarella il titolare di un ristorante di Volla, Giovanni Festa, dal quale l’intero nuovo asse di camorra pretendeva un “pizzo” di 10mila euro da “portare a Ponticelli”. Gli indagati infatti sono ben 11, tutti in carcere tranne Umberto Dello Iacolo.

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