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Doppio delitto a Ponticelli, escluso il botta e risposta

Doppio delitto a Ponticelli, escluso il botta e risposta

NAPOLI. Gli omicidi di Federico Vanacore, il 6 febbraio 2023, e Bruno Solla del 3 aprile successivo non sono stati il classico “botta e risposta” tra clan. Ne sono convinti gli inquirenti sulla base delle indagini compiute da carabinieri e polizia nei mesi trascorsi, partendo da una certezza: il 34enne originario di San Rocco a Ponticelli non era organico a nessuna cosca, pur avendo buoni rapporti con i De Micco, a causa del suo carattere ribelle e autonomo. Cosicché l’agguato a “Tatabill” non poteva e non può rappresentare la vendetta dei “Bodo”, pur guardando gli investigatori proprio a loro per individuare mandanti ed esecutori. Inoltre, il secondo delitto potrebbe essere stato funzionale al nuovo asse di camorra scoperto recentemente tra tre gruppi: i Mazzarella-D’Amico di San Giovanni a Teduccio, i De Micco-De Martino di Ponticelli e gli Aprea di Barra. Il ragionamento degli inquirenti è semplice: chi poteva ostacolare a Ponticelli l’ascesa della nuova alleanza? Tra i De Luca Bossa, Bruno Solla era l’affiliato più esperto e carismatico in libertà dopo gli arresti di Michele Minichini, Luigi Austero e Christian Marfella. Eliminando lui, la strada per il controllo delle attività illecite nel quartiere sarebbe stata spianata. Così, per l’agguato del 3 aprile scorso a “Tatabill” gli investigatori hanno immediatamente pensato alla longa manus dei De Micco, i “Bodo” che già allora avevano stretto il patto con i vicini di quartiere Mazzarella, com’è emerso con chiarezza dall’inchiesta culminata nei 10 arresti per estorsione a un ristoratore di Volla. Su Bruno Solla gli accertamenti sono partiti, oltre che dalla conoscenza delle dinamiche sul territorio, dall’esplosione di fuochi d’artificio nella zona controllata dai De Micco poche ore dopo l’agguato. È accaduto spesso nelle vicende di camorra e spesso rappresenta una firma sotto al delitto. “Tatabill” era salito alla ribalta della cronaca nel 2021 quando nell’arco di tre giorni fu arrestato e scarcerato per resistenza a pubblico ufficiale, con l’aggravante di aver compiuto una fuga che poteva rivalersi pericolosa per altri motociclisti e automobilisti, e inosservanza alle prescrizioni della sorveglianza speciale. Per il primo reato il gip convalidò l’arresto, per il secondo “Tatabill” restò indagato ma a piede libero. Il gruppo Solla di Ponticelli, ritenuto legato ai Sarno quando quest’ultimo era l’unico clan, è conosciutissimo dalle forze dell’ordine che si occupano della malavita del quartiere. Negli ultimi anni Salvatore “’o sadico”, così come anche il fratello Bruno, si era avvicinato ai De Luca Bossa e i “Bodo” decisero di ammazzarlo in via Decio Mura perché si era rifiutato di pagare il pizzo per continuare a svolgere attività illecite. Un omicidio per il quale furono arrestate 5 persone legate ai De Micco. Invece Federico Vanacore, ammazzato il 6 febbraio 2023, era sostanzialmente un “cane sciolto” della malavita con un carattere irascibile e litigioso. Ragion per cui aveva litigato con esponenti di spicco sia di Ponticelli che di San Giovanni a Teduccio.

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