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20 Agosto 2023 - 15:57
NAPOLI. C'erano voluti anni, tanti, per avviare l'abbattimento delle Vele e permettere agli abitanti delle stesse di immaginare un giorno di vivere in case dignitose. Era un sogno, stava per diventare una realtà e adesso rischia di trasformarsi in un lontano ricordo. È il quadro che si presenta dinanzi agli abitanti delle Vele di Scampia che vedono i loro sogni andare a rischio per la modifica al Pnrr. . È di "Restart Scampia" che si parla, il progetto che ha fatto sì che fosse possibile abbattere la Vela Verde e costruire le nuove case, per poi proseguire con l'abbattimento di tutte le altre Vele - esclusa quella celeste, che sarebbe stata riqualificata per divenire appendice del polo universitario di Scampia - e la costruzione delle ultime case. Tutto ciò adesso rischia di sfumare sotto i colpi della gelida scure dell'esecutivo nazionale. «Un atto estremamente grave per tutta la municipalità. Il Pnrr per noi sarebbe stato un enorme volano di sviluppo, Restart non era solo rigenerazione urbanistica ma anche rigenerazione sociale, ovviamente. Si parlava di misure per potenziare il soccorso all'infanzia, si trattava di avere cura delle fragilità sociali», queste le prime parole del presidente dell’ ottava Municipalità Nicola Nardella. «Come Municipalità ci opporremo - chiarisce - al tentativo del governo di spostare questi fondi su altri progetti, a ottobre dovrebbero partire i primi cantieri, come si farà? Scampia è stata territorio di fortissima concertazione tra cittadini, comitati e istituzioni. Io credo che le periferie, i luoghi dove si annidano grandi fragilità sociali vadano soccorse. Con questo "scippo" e col taglio del reddito di cittadinanza è come emettere una condanna, scenderemo anche in piazza se necessario». Omero Benfenati è lo storico portavoce del Comitato Vele e non ha dubbi circa il da farsi: «Indipendentemente dalle decisioni del governo noi lotteremo. Ad oggi Meloni non ha chiarito dove prenderà i soldi per continuare il progetto su Scampia. Perché bloccare uno dei processi di rinascita e riqualificazione più importanti d'Europa? Un processo popolare, dal basso, in termini mediatici uno dei più importanti a livello globale. Avevamo ribadito a tutti i governi che i soldi per abbattere i mostri di cemento e fare rinascere Scampia non andavano toccati. A ottobre serve aprire i cantieri. Tornare indietro su Scampia sarebbe una sconfitta politica e uno schiaffo in faccia al quartiere. È da 30 anni che per noi la lotta determina tutto. Non arretreremo di un solo passo, vogliamo l'abbattimento dei mostri di cemento e la costruzione delle nuove case." «Il problema è che stiamo parlando di un totale di 156 milioni di euro, non si trovano dalla sera alla mattina», Rosario Andreozzi è consigliere comunale di maggioranza nel gruppo della Sinistra ed è da sempre la voce del popolo di Scampia nelle stanze di via Verdi. «Il governo parla di altre risorse dai fondi di coesione ma l'arrivo di questi soldi è tutt'altro che certo. C'è anche il pericolo che questi finanziamenti scompaiano dal giorno alla notte. Noi come amministrazione eravamo pienamente inseriti nei giusti tempi, per fine settembre, al massimo per l'inizio di ottobre dovevano partire i cantieri. Questo scippo ovviamente rimette tutto in discussione. Per altro - conclude il consigliere - i fondi di coesione di cui parla il governo sono già stati affidati su altri progetti, non possiamo che prepararci per un autunno caldissimo. Scampia non si tocca». Scampia promette battaglia dunque, per riaffermare ancora una volta che la battaglia per la dignità e la rinascita del quartiere più noto d'Europa non si ferma neppure nel pieno di un agosto politicamente - oltre che climaticamente - bollente.
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