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Banditi-finanzieri alla sbarra

Banditi-finanzieri alla sbarra

NAPOLI. Rapina horror ad Acerra, la Procura non perde tempo e ottiene il rinvio a giudizio per i due “specialisti” dei Quartieri Spagnoli. I neo imputati Luigi Mancinelli, difeso dall’avvocato Luigi Poziello, e Giuseppe Beneventano, assistito dall’avvocato Loredana De Risi, provano però a limitare i danni chiedendo di essere processati con il rito alternativo: giudizio abbreviato, dunque, puntando così a un sostanzioso sconto di pena in caso di, alquanto probabile, condanna. L’appuntamento in aula è stato così fissato per il prossimo 24 ottobre innanzi al gip Fortuna Basile del tribunale di Nola, davanti al quale dovranno difendersi dalle pesantissime accuse di rapina e sequestro di persona. La cattura di Mancinelli e Beneventano risale alla fine di aprile scorso, quando i due decisero di rendersi protagonisti di un colpo dalle modalità a dir poco efferate. I presunti banditi avevano preparato tutto: pettorine della guardia di finanza, lampeggianti e pistola. Quello che non avevano messo in conto, però, era la reazione della vittima Giuseppe Trinchillo. Ed è stata proprio grazie a questa che il loro piano è fallito: l’uomo è riuscito a liberarsi e li ha inseguiti, i carabinieri sono arrivati in pochissimo tempo, chiamati dalla moglie Leonilda Uliano. In manette erano così finiti i due napoletani Luigi Mancinelli, già sottoposto alla semilibertà, e il complice Giuseppe Beneventano; entrambi erano stati arrestati con le accuse di sequestro di persona, rapina e lesioni. Il colpo risale al 28 aprile ed era stato messo a segno ad Acerra. Indagini ancora oggi in corso per accertare se il gruppo sia coinvolto in altre rapine simili avvenute nella provincia Nord di Napoli o nel Vesuviano, dove pochi giorni prima era stato registrato un episodio praticamente identico. Alle prime luci del mattino la banda di criminali, in quattro, avevano preso di mira l’abitazione di un imprenditore e, intorno alle 7, sono arrivati all’uscio con la tecnica del finto finanziere. In borghese, ma con segni distintivi come casacche e cappellini con stemmi della guardia di finanza, si sono presentati come militari e hanno detto di essere lì per effettuare una perquisizione. In casa c’erano i coniugi e i figli piccoli. Una volta dentro, hanno quindi rivelato le loro vere intenzioni: hanno legato l’imprenditore e hanno cominciato a rovistare alla ricerca di oggetti di valore. L’uomo, però, si è liberato e si è scagliato contro di loro. Ne è nata una colluttazione, i rapinatori hanno tentato la fuga ma la vittima non ha mollato la presa e li ha inseguiti mentre la moglie ha allertato il 112. I carabinieri della stazione di Acerra, insieme a quelli della sezione Radiomobile della compagnia di Castello di Cisterna, sono piombati sul posto in pochi minuti e hanno bloccato due dei criminali, mentre gli altri due sono riusciti a scappare con parte della refurtiva. Nel corso del sopralluogo successivo i militari hanno recuperato l’auto dei rapinatori: dentro c’erano una mascherina chirurgica, due cappellini e una casacca, tutti con stemma della guardia di finanza. 

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