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25 Agosto 2023 - 08:28
NAPOLI. Tradito da un documento falso, latitanza al capolinea per il boss Luigi Cacciapuoti. Il 64enne ras di Villaricca è stato stanato ieri mattina in località Varcaturo e a stringergli le manette ai polsi sono stati i militari della compagnia di Castello di Cisterna, sulle sue tracce già da diversi mesi. Sulla testa di Cacciapuoti pendevano diversi ordini di cattura e l’accusa più grave per la quale era ricercato era, neanche a dirlo, quella di associazione mafiosa: secondo gli inquirenti della Dda di Napoli sarebbe stato infatti, insieme al cognato Domenico Ferrara, l’indiscusso capo e promotore del cartello criminale che porta il loro cognome. Quello di “Gigi” Cacciapuoti è ormai considerato uno dei volti più noti della mala dell’hinterland nord. Da tempo nel mirino degli inquirenti antimafia, il ras già alcuni anni fa si era reso protagonista di una rocambolesca latitanza. Arrestato e poi scarcerato nel 2017 per decorrenza dei termini di custodia cautelare, il boss di Villaricca non è però mai uscito dai radar della Procura. Le nuove accuse non si sono fatte attendere, ma Luigi Cacciapuoti sembra aver giocato di anticipo, tanto che di lui si era persa ogni traccia ormai da inizio anno. I carabinieri non hanno comunque mollato la presa e il blitz è scattato ieri mattina nella nota località balneare del Giuglianese. Fermato per un controllo apparentemente di routine, Cacciapuoti ha quindi esibito un documento ben presto rivelatosi contraffatto. Per lui è scattato quindi anche l’arresto per questo reato. Difeso dagli avvocati Luigi Poziello e Raffaele Chiummariello, il ras di Villaricca è atteso nei prossimi giorni davanti al gip del tribunale di Napoli Nord per l’udienza di convalida. Al vaglio degli inquirenti anche la posizione di una persona che si trovava in compagnia del 64enne al momento della cattura. Il cerchio delle indagini potrebbe dunque non essere ancora del tutto chiuso. Gli inquirenti mirano infatti a ricostruire gli spostamenti fatti dal ras negli ultimi mesi - non è da escludere che abbia vissuto fuori regione - e soprattutto la rete di fiancheggiatori che gli ha assicurato protezione e informazioni. Già a inizio estate il clan Cacciapuoti-Ferrara era finito nel mirino degli inquirenti, con un blitz che ha portato all’esecuzione di decine di arresti: dall’inchiesta era emerso inoltre una forte vicinanza all’Alleanza di Secondigliano, confermata dal fatto che la cosca di Villaricca avrebbe coperto in passato la latitanza del boss Edoardo Contini “’o romano”. Tornando invece alle accuse spiccate a carico di Luigi Cacciapuoti, il ras, insieme al cognato Domenico Ferrara, avrebbe tenuto le redini del clan influenzando le più disparate attività locali, dai settori commerciali e imprenditoriali a quello degli appalti pubblici, dal condizionamento del voto politico a quello delle amministrazioni pubbliche. Una cosca tentacolare in grado, secondo gli inquirenti, di tenere sotto scatto una buona fetta di territorio del Giuglianese, Villaricca compresa, senza disdegnare gli affari napoletani grazie al patto con il clan Contini.
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